
LECCO – “Le disposizioni sono chiare, e non vogliamo disattenderle: l’11 settembre presso l’area del Bione dove attualmente sorge il Cas (Centro di Accoglienza Straordinario, ndr) dovrà essere libera, per consentire i primi carotaggi volti alla realizzazione del nuovo Comando dei Vigili del Fuoco”.

L’assessore alle Politiche Sociali del Comune di Lecco Riccardo Mariani parla di una battaglia impegnativa ma che tutti i protagonisti coinvolti stanno cercando di ‘governare’ al meglio: “Il tema era noto ed era stato annunciato. Ritengo la soluzione avanzata dalla Prefettura assolutamente ragionevole, la ricollocazione nelle strutture già attive del territorio di 116 richiedenti asilo sui 200 attualmente ospiti al Bione è importante e come Comune stiamo lavorando alacremente per sistemare gli altri 70“. Sul dove e il come per ora però vige l’assoluto riserbo: “Basti dire – ha detto Mariani – che siamo impegnati ad allargare il fronte dell’accoglienza, in attesa dell’esito del bando”.
Nei dettagli del piano di ricollocazione è entrato il presidente del Distretto di Lecco Filippo Galbiati: “Negli ultimi mesi diversi sono stati gli sforzi per trovare sul territorio soluzioni di accoglienza con numeri medio piccoli di presenze in previsione della chiusura del Bione – ha spiegato – come sappiamo senza risultati. Inoltre non sono state individuate aree idonee in Provincia di Lecco presso cui trasferire almeno una parte dei moduli alloggiativi del Bione”.
“Fatta questa premessa – ha continuato – il piano prevede invii in 44 tra strutture e appartamenti, secondo parametri di equilibrio e sostenibilità, con incrementi da una fino ad un massimo di 10 persone nei centri di maggiore dimensione. Delle 116 persone ricollocate, 27 troveranno ospitalità nella città di Lecco; il Comune sta inoltre vagliando alcune possibili soluzioni per collocare altre 70 persone, mentre la restante parte degli ospiti del Bione troverà accoglienza in posti attualmente non occupati in ragione di un sostanziale blocco di nuovi invii e di un decremento delle presenze, anche per le iniziative assunte a livello nazionale”.
Si attende intanto la fine delle procedure relative ai Bandi per la gestione dei Cas e dei Centri sostenuti dal Fondo Nazionale Asilo (Sprar, ndr): “Non appena concluse – ha detto Galbiati – sarà possibile quantificare le ulteriori possibilità di avviare nuove strutture per tornare ad una situazione di equilibrio nelle presenze nei Centri e nei Comuni”.

“Come Presidente del Distretto – ha aggiunto Galbiati – mi sono assunto l’impegno di informare tutti i Sindaci della Provincia, non solo quelli interessati dal piano di riparto, inoltrando anche la comunicazione di Prefettura”.
Galbiati, presidente del Distretto di Lecco e sindaco di Casatenovo, ha quindi avanzato alcune considerazioni sulla vicenda dei migranti e del sistema di accoglienza:”Credo si debba, nel rispetto delle posizioni differenziate dei Sindaci che rappresentiamo, continuare a dare un contributo, che è quello della gestione pragmatica e concreta di una vicenda complessa, che porta con sé preoccupazioni nei cittadini da non sottovalutare mai, sensazione diffusa di insicurezza ed aspetti umani delicati sempre meritevoli di attenzione, prudenza e rispetto”.
“Come ogni vicenda complessa quella dei richiedenti asilo non trova soluzioni facili, i margini per governarla sono relativi ma non ci si può sottrarre alla responsabilità di guardare con concretezza a questo problema, anzitutto nell’interesse dei nostri cittadini. Resto convinto che il territorio lecchese, rispetto anche ad altri territori lombardi, con l’intesa sull’Accoglienza diffusa abbia saputo pensare ed anticipare strategie opportune nell’interesse della nostra provincia. Bisogna infatti privilegiare soluzioni con nuclei di numeri medio piccoli e su questi lavorare per l’integrazione sia pure temporanea, anche attraverso la rete delle realtà associative locali. Conoscere, coinvolgere, attivare queste persone è un fatto civile ma anche un fattore preventivo e protettivo delle nostre stesse comunità”.
Conscio che la situazione non sia facile Galbiati conclude con un appello: “Nonostante gli sforzi di molti gli obiettivi del protocollo di accoglienza sono stati raggiunti solo parzialmente e questo ci espone a soluzioni non sempre governabili. Ma in questa direzione bisogna proseguire perché i grandi numeri non vanno bene. Né per i nostri Comuni, né per le persone che vengono accolte”.
“Nei prossimi giorni – ha concluso – convocherò un Ufficio di coordinamento del Distretto con i Presidenti e i Vicepresidenti dei tre Ambiti distrettuali per garantire a tutti le informazioni dettagliate e discutere insieme delle prospettive e delle azioni da intraprendere.

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