Addio Renato Corbetta: “Una vita spesa per la sua città”

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    LECCO – “Pochi giorni fa ho ricevuto un biglietto da un indirizzo che mi sembrava di conoscere diceva ‘Caro monsignore, ci sono ancora, per il momento. Faccio fatica un po’ in tutto. Stanno per correre i 98, confido sempre nelle sue preghiere. Le auguro ogni bene’. Davvero non mi sarei mai aspettato una notizia simile, ci sentivamo sempre, ogni Natale”.

    E’ stato il Vescovo Emerito di Mantova Roberto Busti, per tanti anni monsignore a Lecco, a celebrare i funerali di Renato Corbetta, scomparso all’età di 97 anni anni nella notte tra giovedì e venerdì scorsi.

    In tanti, lunedì pomeriggio, hanno voluto dare l’ultimo saluto a un personaggio molto importante per la città e per tutto il territorio.

    “Una persona che ho molto cara – ha continuato monsignor Busti -. Essere qui, in tanti, a questa celebrazione dice subito quanta stima e quanta considerazione quest’uomo ha raccolto nella sua lunga esperienza umana, spesa per la famiglia e per l’intera comunità lecchese e valsassinese che Renato ha servito a lungo con innumerevoli iniziative per diffondere sempre serenità e solidarietà. Non siamo qui per caso. La casa di Gesù ormai è la sua casa: il marito Renato, il papà Renato, il nonno Renato, l’amico Renato ora è a tavola con Gesù. E non mi meraviglierei se gli chiedesse di poter organizzare qualcosa anche su in Paradiso”.

    Tante le autorità che hanno dato l’ultimo saluto a un uomo che è stato capace di lasciare il segno. In chiesa, oltre al gonfalone del comune di Lecco quelli del Coni Regionale e del Panathlon Club di Lecco.

    Toccante il ricordo del figlio Stefano: “Quel fatidico giorno è arrivato. Speravamo ingenuamente che non arrivasse mai. Si è materializzato nella prima ora di venerdì scorso. Le immagini che mi sono comparse per ricordare papà ruotano attorno alla figura dell’albero. Papà fu molto contento quando, per ricordare i suoi 95 anni, il comune di Lecco, gli donò una magnolia, a lui intitolata, che campeggia davanti al Santuario della Vittoria, a pochi metri dalla casa dove abitava. La prima immagine è quella della foglia, una ostinata foglia che nonostante le intemperie continuava a resistere solitaria su quel ramo ormai spoglio. La seconda immagine è quella dei frutti da cui si riconosce l’albero. Quanti sono i frutti che ha lasciato papà. La terza immagine è quella dei rami e della chioma, che offrono rifugio e riparo. Nel suo testamento spirituale ha lasciato scritto ‘Siate sempre disponibili nei confronti di chi ha più bisogno‘. Le radici, questa è l’ultima immagine: l’albero dura se ha radici profonde e le sue si sono sempre nutrite di una fede genuina. Ciao papà grazie di tutto”.