Circonvenzione di incapace: assolti Pensa e Pozzi

Tempo di lettura: 2 minuti

LECCO – Assolto Cesare Pensa imprenditore lecchese e con lui il co-impitutato Federico Pozzi artigiano di Ballabio ai quali l’accusa gli contestava la circonvezione di incapace aggravata reato contestato tra il gennaio 2006 e il 2008.

Assolto Cesare Pensa imprenditore lecchese e con lui il co-impitutato Federico Pozzi artigiano di Ballabio ai quali l’accusa gli contestava il reato di circonvezione di incapace aggravata perpetrato tra il gennaio 2006 e il 2008.

“L’accusa – spiega il legale di Pensa, l’avvocato Stefano Pelizzari – riteneva che il mio assistito si fosse approfittato dello stato di deficienza psichica e di infermitร  mentale di L. C. amministratore di diverse aziende tra cui una nella quale, sempre secondo l’accusa, il Pensa si sarebbe fatto nominare amministratore per poi manipolarlo a proprio vantaggio. Tutto nasce quando L. C. viene scoperto da alcuni soci quale autore di diverse distrazioni che lo stesso giustificรฒ dicendo di essere stato vittima del Pensa”.

Scatta la denuncia e a seguito di un’informativa di reato la Guardia di Finanza fa partire le indagini. Si apre il procedimento penale e si arriva al dibattimento. L’udienza preliminare risale all’aprile 2011, segue un rinvio a giudizio e si apre un dibattimento molto complesso e articolato che vede sfilare una lunga serie di teste. Si susseguono molte udienze fino a quella finale del 22 maggio scorso quando il giudice Salvatore Catalano decide per l’assoluzione di Pensa e del co-imputato Pozzi per i quali il PM aveva chiesto la condanna di 4 anni per Pensa e 3 per Pozzi, mentre la parte civile aveva chiesto il risarcimento di 3 milioni e mezzo di euro a Pensa e 200mila euro a Pozzi.