LECCO – Scatta l’offensiva della Polizia di Stato contro i truffe, in particolare quelle agli anziani: dopo alcune segnalazioni la Questura ha dato il via servizi mirati nei rioni di Acquate, Germanedo e Belledo che hanno portato alla scoperta di una rete di truffatori che da qualche settimana agiva nel lecchese.
Il tutto è partito da segnalazioni agli agenti della presenza di alcuni presunti dipendenti di un’azienda del gas porta a porta che, con fare aggressivo, inducevano le loro vittime ad acquistare un dispositivo per la rilevazione di fughe di gas, facendogli spendere ben 250 euro, sostenendo che l’installazione fosse obbligatoria per legge.
In via Tonio da Belledo i poliziotti hanno identificato un uomo ritenuto sospetto che, durante il controllo, ha riferito agli agenti della Volante di trovarsi in città per conto di una ditta proprio per vendere tali apparecchiature. Con lui aveva due contratti di vendita fatti firmare poco prima a due ultraottantenni i quali, dopo essere stati contattati dagli agenti, hanno spiegato di essere stati truffati.
Così, il fermato è stato portato in questura per accertamenti e una delle vittime lo ha riconosciuto. Le indagini della Polizia hanno permesso di acclarare che il presunto venditore apparterrebbe ad un “sodalizio criminale” che utilizzerebbe consuetamente lo stesso metodo , facendo pressione psicologica nei confronti delle loro vittime per spingerle ad acquistare il rilevatore di gas.
Gli uomini della Volante sono riusciti a risalire ai complici del truffatore, scoprendo che la banda soggiornava dal 9 febbraio scorso in una struttura alberghiera in provincia. A seguito della perquisizione delle loro camere d’albergo sono stati rinvenuti altri contratti di vendita e denaro contante, probabile provento della loro attività.
“Un raggiro molto sottile – spiegano dalla Questura – perché orchestrato sull’impercettibile filo che divide la normale persuasione usata da qualsiasi venditore porta a porta dalla truffa”.
La Polizia ha quindi segnalato all’autorità giudiziaria per il reato di truffa aggravata in concorso sei soggetti: M.K. classe 1994 di origine albanese, M.M. classe 1991 originario di Lucca, R.S. classe 1987 di origini bresciane, C.A. bresciano nato nel 1976, A.N. giovane del 1993 di nazionalità macedone e A.M. classe 1990 e originario di Peschiera del Garda.

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