Vinto dalla malattia Domenico Salvadore, per tutti Meco
Aveva 63 anni. “Hai insegnato il teatro ai lecchesi”
CIVATE – E’ scomparso a 63 anni Domenico Salvadore, conosciuto da tutti come Meco, personaggio amato e apprezzato da tantissimi lecchesi. Meco si è spento nella tarda serata di sabato 7 dicembre, dopo aver lottato per anni contro la malattia. Lascia la moglie Anna e i figli.
Una figura impegnata
Ambasciatore di ‘Terzo Paradiso di Pistoletto’ e ‘Unoteatro’, Meco è stato un protagonista del mondo culturale del territorio lecchese, senza dimenticare il suo impegno nelle scuole e nelle realtà più fragili, come il reparto di Pediatria dell’ospedale, dove si recava per portare un sorriso e un pizzico di magia grazie alle sue esibizioni.
La figura di Meco è stata ricordata anche ieri, lunedì, dalla Scuola dell’Infanzia del Pascolo di Calolziocorte in occasione dell’inaugurazione dell’Albero di Natale allestito presso il Municipio.
Tantissime le testimonianze di affetto e i ricordi che in questi giorni si sono susseguiti, sui social e non solo, per Meco. Riportiamo quella di Michele Casadio, regista e allievo di Domenico.
“Meco sarai con noi ogni volta che apriremo il sipario”
“E’ terribile che non sia stata una telefonata ad avvertire tanti di noi, suoi allievi nel tempo, della sua scomparsa, oppure un articolo in prima pagina. Lo abbiamo saputo dai social. Speravamo fosse il suo ennesimo scherzo. Meco, maestro di maschera, stupiva senza pari. Si chiude un sipario in lutto, quello che Meco aveva aperto nei nostri cuori anni fa. Ha insegnato la bellezza del teatro a partire dal respirare l’odore del palcoscenico, fino al piangere di felicità. Insegnava che il teatro è vero solo se ti esce dalle mani, se ti possiede, se lo senti dentro che pulsa e ti possiede. Oggi capisco. Capisco che molti di noi, teatranti lecchesi nati da lui, siamo uomini e donne di scena con la responsabilità grande di portare i suoi insegnamenti dentro di noi e agli altri. Ha insegnato alla società lecchese e della Brianza, e nelle scuole dove ha brillantemente operato, ma non solo, la ricetta più importante per far amare l’arte del teatro, ossia farne innamorare i bambini. Poeta, didatta, maschera di follia e di amore, Arlecchino di Lecco, servitore allegro della gente assetata di bellezza. Ecco chi ci lascia, in un vuoto che stride e fa stringere i denti, in un silenzio da teatro dell’assurdo, dove tutto può essere. E’ impossibile dimenticare la sua indelebile verve, con quella camicia fuori dai pantaloni, le scarpe di tela basse, i suoi capelli grigi che giocavano col vento, il suo volto capace di cambiare espressione nel giro di un secondo. E poi le avventure che creava dal nulla, le scene su palchi improvvisati, i trampoli e le mille magie nascoste nel cassone del suo Ford Transit. Meco sarà con noi, e lo vogliamo dire con grande convinzione, anche alla sua meravigliosa famiglia, ogni volta che nella nostra vita apriremo il sipario”.