Il giudice si è riservato di decidere sulla richiesta di misura cautelare in carcere del pm
Il difensore ha chiesto i domiciliari per Giuseppe Vitale, poliziotto a Lecco e consigliere comunale a Tartano
LECCO – Si è svolta nelle scorse ore, davanti al giudice per le indagini preliminari Gianluca Piantadosi, l’udienza di convalida dell’arresto per presunta corruzione a carico di Giuseppe Vitale, 48 anni, poliziotto in servizio all’Ufficio Immigrazione della Questura di Lecco e consigliere comunale di minoranza a Tartano, in provincia di Sondrio. Il giudice si è riservato di decidere sulla richiesta di misura cautelare in carcere del pm Chiara Di Francesco, mentre il difensore di Vitale, l’avvocato Giuseppe Romualdi del foro di Sondrio, ha chiesto i domiciliari.
Nella mattinata di mercoledì 12 marzo, la Squadra Mobile di Lecco aveva eseguito il fermo emesso dalla Procura della Repubblica di Lecco. Provvedimento giunto al termine di un’articolata attività di indagine che ha permesso di accertare e contestare al dipendente della Polizia di Stato alcuni episodi di corruzione: pare che l’uomo chiedesse soldi per “accelerare” le pratiche legate ai permessi di soggiorno.
Durante le perquisizioni svolte nei locali dell’Ufficio Immigrazione della Questura di Lecco sono stati trovati nella disponibilità del fermato 40 mila euro in contanti, altre somme di denaro, circa 2.500 euro sempre in contanti, sono state trovate in auto e nell’abitazione del poliziotto.
La Squadra Mobile di Lecco, in esecuzione di un decreto di perquisizione e sequestro emesso dalla Procura, ha inoltre posto sotto sequestro i locali di un’agenzia che curava l’assistenza dei cittadini stranieri per le pratiche volte a regolarizzare la loro permanenza sul territorio italiano e che, dalle indagini fino a questo momento svolte, risulta avere avuto un ruolo attivo negli episodi criminosi contestati a Giuseppe Vitale.