Viabilità completamente in tilt e code chilometriche fino a tarda sera
Un cartello caduto sul ponte Manzoni e la chiusura della strada hanno creato il caos
LECCO – “Tre ore per percorrere 15 chilometri, da Bosisio Parini a Lecco”. E questa è solo una delle testimonianze delle centinaia di automobilisti rimasti imprigionati in un mega ingorgo che non si vedeva da tempo. Quella di ieri sera è stata la tempesta perfetta. Una specie di ritorno al futuro: a chi non è più giovanissimo sono subito venute in mente le colonne che si creavano per attraversare la città prima della costruzione del tunnel del Monte Barro e dell’attraversamento di Lecco.
Un cartello piombato sul Terzo Ponte a causa del forte vento (fortunatamente senza provocare feriti tra i numerosi mezzi in transito) ha determinato la serata infernale per numerosi automobilisti. L’incidente è avvenuto intorno alle ore 17: prima il restringimento di carreggiata a una sola corsia in entrambe le direzioni per permettere al personale Anas di mettere in sicurezza la strada. Intorno alle 19, però, su una viabilità già messa a dura prova dal restringimento, ha pesato la decisione di chiudere, in carreggiata Nord e in carreggiata Sud, sia il tunnel del Monte Barro che il Terzo Ponte: uscita obbligatoria a Civate per chi era diretto a Lecco e traffico deviato sui ponti Visconti e Kennedy per chi era diretto a Milano.
La tempesta perfetta, dicevamo, perché al traffico pendolare in orario di punta da e per Lecco, si è aggiunto quello dei numerosi turisti in partenza per un week-end sul lago o in Valtellina. Tutta la viabilità del capoluogo e dei paesi limitrofi è andata in tilt, con gli automobilisti che hanno cercato una via di fuga nelle strade interne di Malgrate, Civate o Valmadrera (nel video qui sopra la situazione da Civate verso Lecco intorno alle 22).
Sul capitolo arrabbiatura e pioggia di critiche di chi è rimasto imbottigliato per ore, fino a tarda sera, si potrebbe scrivere un libro. E’ evidente che qualcosa non ha funzionato. La viabilità lecchese, ancora una volta, ha mostrato tutte le sue fragilità, ma a pagare sono sempre gli automobilisti.