LECCO – Ha solo poche ore di vita ma la sua storia ha già commosso molti: il piccolo Mattia, nato in casa e gravemente prematuro (solo 28 settimane e 1,2 kg di peso) ha rischiato di non farcela a causa delle sue deboli condizioni ma è stato salvato dall’intervento estremamente delicato dal personale del 118 e trasportato in elicottero all’ospedale di Lecco.
E’ successo sabato mattina, “tutto è avvenuto tutto all’improvviso” come ha spiegato mamma Irene, anche lei ricoverata al Manzoni, nel reparto di ostetricia in buone condizioni di salute. Intorno alle 7.45 la famiglia, residente nel paese milanese di Pozzo d’Adda, ha avvisato il 112 dell’imminente parte e i soccorritori intervenuti nell’abitazione della coppia, notando il forte stato di depressione cardiorespiratoria del piccolo, hanno iniziato la manovra di rianimazione.
Una volta stabilizzato, il bimbo è stato trasportato verso Lecco in elisoccorso, con la mamma che ha tenuto il figlio stretto alla sua pancia come se fosse una naturale termoculla.
All’arrivo all’Ospedale Manzoni di Lecco, intorno alle 9.15, Mattia aveva ancora qualche problema respiratorio ( assai frequente in bambini nati così prematuramente come spiegano dall’azienda ospedaliera) ed è stato prontamente “trattato” e assistito dai medici e dagli infermieri della Terapia Intensiva Neonatale dove è ricoverato, in questo momento , in condizioni stabili.
L’assessore regionale alla Sanità, Mario Mantovani, saputa la notizia è giunto appositamente a Lecco sabato pomeriggio per incontrare la famiglia del neonato. “Si salverà’” ha chiesto l’assessore al primario Roberto Bellù, il quale ha timidamente annuito alla domanda del politico.
“Le possibilità che ce la faccia sono elevate, non si dà nulla per scontato a questa età gestazionale perché i rischi esistono ma certamente possiamo guardare la situazione con un po’ di ottimismo” ha spiegato il dottore.
Se tutto procederà bene, senza imprevisti, come si augurano i neonatologi del Manzoni, il bimbo avrà bisogno delle cure e delle attenzioni degli specialisti dell’Ospedale di Lecco, per le prossime 7 o 8 settimane.
L’assessore Mantovani ha portato dei fiori alla neomamma nella sua camera da letto, dove la donna riposava, con il marito Marco a vegliare su di lei.
Poi ha voluto vedere il bimbo, ricoverato in una delle termoculle della terapia intensiva neonatale. Ad accogliere Mantovani in ospedale è stata Giuseppina Panizzoli, commissario Straordinario dell’Azienda Ospedaliera, insieme alla direttore sanitario Patrizia Monti e al direttore dipartimento materno infantile dell’ospedale, Rinaldo Zanini. Alla visita ha partecipato anche Virginia Tentori, politica lecchese ed ex assessore comunale di Lecco.
“Una bella pagina che scriviamo nella sanità lombarda – ha sottolineato Mantovani – La nostra rete neonatale è un eccellenza, riconosciuta a livello internazionale, e Lecco ne fa parte. I medici hanno fatto un lavoro straordinario nell’accoglienza e nella messa in sicurezza del piccolo e danno garanzie di un discreto futuro. Questo fa felice tutti noi”.
La vicenda odierna, spiegano dall’ospedale, conferma l’ottima collaborazione fra 118 di Milano e la Terapia Intensiva Neonatale di Lecco , una delle strutture più avanzate e tecnologicamente più dotate della Lombardia: una struttura che è centro di riferimento per una vasta area che va ben oltre i confini della provincia di Lecco.
La Terapia Intensiva Neonatale di via dell’Eremo registra oltre 200 ricoveri all’anno, con quasi 50 neonati di peso molto basso (che raggiungono a mala pena i 1000 gr.) e con un 30% di piccoli pazienti nati in altri ospedale e poi trasferiti con il sistema di trasporto neonatale (sono 80 all’anno quelli gestiti dagli operatori e dai clinici dell’Azienda Ospedaliera).