SOGNO – Una fitta nebbia aveva ricoperto l’intero paese ma alla fine un raggio di sole ha fatto capolino tra le nuvole, quasi un segno, un invito ad avere ancora fede e speranza, malgrado il momento buio.
Proprio l’invito alla fede è quello che il vicario Don Roberto Trussardi ha rivolto alla comunità di Sogno, riunita venerdì pomeriggio per dare l’ultimo e sofferto saluto alla compaesana Maria Adeodata Losa. Accanto al dolore, restano tante domande sulla morte dell’anziana 88enne, brutalmente uccisa con due coltellate nella sua abitazione lo scorso giugno.

A Sogno, dove si era trasferita da Milano, Adeodata viveva in via Piave con la sorella maggiore, Leonilda, che accudiva con cura e dedizione. Quel maledetto 11 giugno la tragica scoperta da parte di una pronipote che, preoccupata perché non riusciva a mettersi in contatto con lei, aveva allertato i soccorsi.
Quella che inizialmente era stata ipotizzata una morte dovuta a cause accidentali, come un malore o una caduta, si è poi rivelata essere un brutale omicidio, per cui oggi unico indagato risulta Roberto Guzzetti, lecchese, 59 anni, che a Sogno proprio vicino alla casa di Maria Adeodata viveva nel suo secondo appartamento.
La trafila giudiziaria ha permesso di celebrare i funerali dell’anziana solo oggi, venerdì 3 febbraio, a quasi 8 mesi di distanza dalla morte. Mesi lunghissimi, difficili, “in cui ognuno di noi ha cercato a suo modo di rispondersi alle tante domande e di superare il dolore” come ha detto Don Roberto Trussardi durante la funzione, celebrata con Don Giuseppe, parroco di Monte Marenzo e Don Roberto, parroco di Cisano Bergamasco.
Nella piccola chiesa di Sogno, frazione di 50 anime di Torre De Busi, l’intera comunità si è riunita per porgere l’ultimo saluto a Maria Adeodata: presente anche il sindaco di Torre Eleonora Ninkovic che per la giornata odierna ha ordinato il lutto cittadino.
“Non conoscevo bene Adeodata – ha proseguito Don Roberto durante l’omelia – ma poco prima della tragica notizia ero stato a casa sua per dare la comunione alla sorella Leonilda, costretta a letto. Non parlava molto, era una donna schiva, di poche parole ma sempre ben pesate e rispettose. Si prendeva cura della sorella con una dedizione e una delicatezza esemplari. Sono passati oramai diversi mesi, ma il suo ricordo vive sempre in noi e oggi più che mai”. Quindi la preghiera: “Adeodata, proteggi sempre la tua comunità dall’alto dei cieli”.
Al termine della funzione la bara di Maria Adeodata Losa è stata accompagna in corteo fino al cimitero di Sogno dov’è stata seppellita e dove, finalmente, potrà godere della meritata pace.