Tra i banchi di scuola si gela… “Vorrà dire che domani porterete la stufetta”

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LECCO – Lezioni con 15° C in aula all’Istituto Parini di Lecco e alunni costretti a indossare giacche e giacconi per non “sbarbellare” dal freddo.
La denuncia arriva da un alunno di quinta, W. A., che oltre ad aver segnalo il problema, ci ha fornito una fotografia del termometro scattata questa mattina in classe, alle 10.

Ma a “gelare” il maturando e compagni, oltre alla temperatura è stata la risposta di un membro del personale dirigente: “Ho mostrato il termometro e ho chiesto una soluzione – spiega il ragazzo – ma in modo strafottente mi è stato risposto: ‘A scuola si viene anche con 8/10°C’ – aggiungendo ironicamente – Vorrà dire che domani porterete una stufetta’ . Sono tornato in aula e come tutti i miei compagni ho passato il resto della mattinata in classe con il piumino. Quello che trovo inaccettabile, in primis, è il totale menefreghismo della persona interpellata, alla quale ho chiesto delle spiegazioni con la massima educazione e dalla quale ho ricevuto solo strafottenza. In secondo luogo, trovo impossibile passare 5 o 6 ore in un ambiente dove la temperatura va dai 10/12 gradi, alle otto di mattina, ai 15/16 nelle ore successive, soprattutto in un luogo in cui quella garantita, in presenza di una legge, dovrebbe essere ben più alta”.

Abbiamo chiesto delucidazioni in merito chiamando l’istituto scolastico, ma non abbiamo trovato nessuno “Sono già tutti via”, ci hanno risposto. Nel qual caso la scuola volesse fornire spiegazioni o chiarimenti, restiamo a disposizione per ospitare una replica (redazione@lecconotizie.com).

Nel frattempo una seconda segnalazione è giunta in redazione per conto della consigliere comunale Angela Fortino (Pdl) che punta il dito contro l’Amministrazione Brivio: “La scorsa settimana il sindaco di Virginio Brivio (con netto ritardo così come successo anche in primavera), finalmente accortosi che il termometro era sceso in maniera importante, ha firmato la deroga per l’anticipazione dell’accensione del riscaldamento. Se per qualcuno stare qualche giorno al freddo non è un problema, per anziani, bambini piccoli, ammalati, sarebbe stato necessario un intervento maggiormente tempestivo (magari con la raccomandazione di non eccedere consentendo solo qualche ora di accensione per togliere umidità). La cosa assurda però è che la deroga è valida solo per gli edifici privati e non per quelli pubblici e così… le scuole sono rimaste al freddo!”

Quindi la Fortino rivolgendosi al primo cittadino chiede: “Ma, Signor sindaco, sa cosa significa far stare seduti i bambini di sei anni in un aula fredda per 6 o 7 ore al giorno? Farli mangiare in mensa al freddo? Sa che nelle classi ci sono anche bambini disabili immobili sulla loro carrozzella che non possono scaldarsi neanche facendo una corsetta tra i banchi quando proprio non se ne può più? Sa che in Città ci sono scuole nei quartieri alti dove la temperatura interna registrata è arrivata a 13 gradi? E’ sempre più evidente il divario tra il Palazzo Comunale e la quotidianità”.