Si terrà domani, venerdì 27 gennaio, nella sala Don Ticozzi di Lecco la cerimonia organizzata dalla Prefettura di Lecco per la consegna delle medaglie d’onore a undici italiani del territorio lecchese che sono stati deportati o internati nei lager nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale, tra cui due cittadini residenti nel Comune di Lecco.
L’evento si svolge in occasione del Giorno della Memoria, ricorrenza nazionale istituita ufficialmente nel 2000 dal Parlamento italiano per commemorare le vittime della Shoah e in onore di tutti coloro che, a rischio della propria vita, hanno protetto i perseguitati, al quale parteciperà anche il sindaco di Lecco Virginio Brivio.
Le celebrazioni per la Giornata della Memoria continueranno il 29 gennaio con lo spettacolo teatrale “Destinatario Sconosciuto”. La rappresentazione, promossa da Comune e Provincia di Lecco, andrà in scena alle ore 17 di domenica prossima sul palco del Teatro della Società di Lecco.
L’opera teatrale, ispirata al romanzo epistolare di Katherine Kressmann Taylor, racconta la storia di due amici, Martin, tedesco, e Max, americano, che poco prima della Seconda Guerra Mondiale sono costretti a dividersi. L’ombra del nazismo si allunga sull’amicizia dei due protagonisti, rimasti in contatto con una fitta corrispondenza, fino a provocare contrasti ideologici insanabili. Una tragedia personale che riflette il dramma dell’odio nazista.
«L’orrore di quei tempi bui non deve mai essere dimenticato – dichiara il Sindaco Brivio –. La commemorazione delle vittime della Shoah è un momento sempre significativo e toccante, che esprime una profonda commozione e libertà. È importante ricordare coloro che hanno scarificato la propria vita per lottare contro l’odio e per garantire i valori della democrazia, come testimonianza forte per le nuove generazioni. Coltivare la conoscenza e l’approfondimento di quel periodo, anche attraverso la riscoperta delle storie dei suoi protagonisti, è il miglior rimedio contro il qualunquismo e contro la possibilità che quelle pagine drammatiche della nostra storia possano ripetersi».