Secretum Hortus, nuova performance nell’ambito della PrimaVera Festa
Un percorso sensoriale introspettivo: “Saper coltivare un orto per coltivare la propria vita”
LECCO – Un giardino segreto nel cuore di Rancio… Il creativo lecchese Giuseppe Villa ce l’ha fatta ancora: è stato un po’ come seguire il Bianconiglio per andare alla scoperta di un mondo meraviglio.
Chi avrebbe mai immaginato la bellezza che può nascondersi dietro un cancello? Gli abitanti di Rancio, ancora una volta, hanno aperto la portata delle loro case regalando a Villa una pagina bianca su cui scrivere una storia fatta di emozioni e sensazioni che nemmeno il maltempo di domenica mattina è riuscito a rovinare.
E così, nell’ambito della PrimaVera Festa di Rancio, in tantissimi sono andati alla scoperta del Secretum Hortus varcando quel passaggio segreto, aperto lo spazio di poche ore, per introdursi in un mondo senza tempo.
Dopo il rifugio Paradiso, ecco il secondo capitolo di “Siamo nati in salita”: “Siamo nati in un giardino in salita, un titolo che anno dopo anno diventa una sorta di romanzo – ha detto Giuseppe Villa -. Dall’esperienza ‘rifugio per un giorno’, quest’anno ci siamo trasformati in ‘ortolani e giardinieri’ in questo magnifico contesto”.
Un’istallazione sensoriale legata al concetto del coltivare la terra. Tutto strutturato in due allestimenti principali: “Il primo è costituito da una serie di quadri di Piera Corti: quindici acquarelli a tema floreale. Corti era una signora che si è sempre occupata della chiesa di Rancio alto: colpita dalla Sla, ha realizzato questi quadri negli ultimi mesi della sua vita col solo utilizzo della mano sinistra poiché la parte destra era compromessa. Per dipingerli ha abbandonato la tecnica a olio passando all’acquarello che non richiedeva lo sforzo dell’apertura dei tubetti”.
Il giardino segreto è stato diviso in diverse zone: Assaggi, Passaggi, Massaggi e Ortaggi: “Il concetto era quello di stimolare diverse sensazioni in relazione al tema dell’orto. La seconda istallazione è stata ispirata dal libro ‘L’arte di coltivare l’orto e se stessi’ di Adriana Bonavia Giorgetti, un libro che mi è stato regalato per caso”.
Partendo dal libro il creativo ha costruito la metafora del saper coltivare un orto per coltivare la propria vita. Una serie di immagini di orti di Rancio completamente diversi uno dall’altro: “Diversi come il carattere delle persone che li coltivano. Le immagini, che rappresentano un po’ le differenze tra le persone, sono accompagnate da alcune pagine del libro e da una piccola sedia che ‘obbliga’ le persone a stare a contatto col terreno”.
Un percorso introspettivo, filosofico arricchito da postazioni dedicate a tisane, erbe aromatiche, fermentazione di the e un laboratorio dedicato ai bambini che si sono divertiti con le verdure.
In tantissimi, ieri pomeriggio, hanno visitato l’orto segreto: “L’obiettivo era anche quello di scoprire un angolo del rione sconosciuto ai più. Un luogo in cui si crea sinergia e collaborazione con le persone che ci vivono. Una festa nella festa organizzata a stretto contatto con la gente che questi posti li vive tutti i giorni”.