LECCO – Nessun accordo sul Tubettificio Europeo spa: una parte dei lavoratori non ha accettato le condizioni poste dalla proprietà per il passaggio alla nuova Srl che così non può partire.
Naufragato questo tentativo, da domani, 1° giugno, la storica impresa di Pescarenico chiuderà ufficialmente. A mezzanotte del 31 maggio scade infatti l’esercizio provvisorio, che era stato concesso a inizio mese dal tribunale, al quale seguirà il fallimento. Resteranno senza lavoro quasi cento persone.
Nelle ultime settimane i vertici aziendali aveva proposto il passaggio di una sessantina di lavoratori al nuovo Tubettificio srl, oppure l’assunzione di tutti gli attuali 97 dipendenti alla newco con forti riduzioni di stipendio e orario, spalmando su tutti i lavoratori i costi che l’azienda avrebbe dovuto sopportare con un organico di sessanta.
Il tutto sarebbe costato almeno 300 euro in meno ogni mese sulla busta paga dei singoli lavoratori. Questa però non è l’unica motivazione che avrebbe spinto parte delle maestranze a preferire il licenziamento: la newco, nelle intenzioni della proprietà, avrebbe dovuto essere un passaggio verso l’acquisizione da parte di nuovi imprenditori, dati per esistenti dall’azienda ma che mai fino ad oggi si sarebbero palesati.
I numeri della votazione dei lavoratori parlano di 10 voti contrari, 32 astensioni e 47 voti favorevoli, questi ultimi non abbastanza per garantire l’accordo.
“L’offerta dell’azienda ha mancato di credibilità sul piano aziendale e di concretezza sul piano industriale – spiega Giovanni Gianola di Fim Cisl – a mio parere ci sarebbero state le possibilità tecniche, da parte dell’azienda, di fare una proposta più convincente. Così non è stato , hanno avanzato condizioni irricevibili, i lavoratori non hanno voluto credere alle promesse dell’azienda ed hanno deciso di non accettarle”.
Il parere dei dipendenti è emerso nel sondaggio promosso dall’azienda per recepire quanti fossero intenzionati ad aderire al nuovo progetto e quindi alle nuove condizioni contrattuali. Non avendo i numeri necessari per poter procedere, alle 13 di martedì la proprietà ha comunicato la situazione ai curatori del tribunale.
A mezzanotte scatterà quindi il fallimento del Tubettificio Europeo e con esso anche la corsa per dare un sostegno economico ai lavoratori, da domani senza stipendio. “Cercheremo di ottenere il prima possibile la mobilità – ha spiegato Mauro Castelli di Fiom Cgil – Cento persone resteranno senza lavoro e nessun parlamentare lecchese si è mosso su questa vicenda. Un’ultima soluzione per le sorti del Tubettificio potrebbe essere legata alla gara competitiva per l’affitto di un ramo aziendale che i curatori intendono aprire in tempi stretti per verificare se ci siano effettivamente imprenditori interessati”.
Il problema, sottolineano Castelli e Gianola, è che se fino ad oggi l’attività al Tubettificio è proseguita, da mercoledì gli impianti si fermeranno e , più settimane passeranno, sempre meno saranno le speranze poter vendere la fabbrica.
“La sfiducia dei lavoratori era tale nei confronti dei vertici aziendali che non hanno creduto nella possibilità di una ripartenza con gli stessi proprietari. Quello che non vorremmo succedesse – commenta Enrico Azzaro della Uilm – è che alla gara per l’affitto del ramo d’azienda si ripresentasse il Tubettificio srl, sarebbe una beffa. L’errore della legge è quello di consentire la continuità aziendale alle stesse persone che hanno portato l’azienda al fallimento”.