Disoccupazione da “record”, mai così male nel lecchese

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LECCO – Non sono statistiche troppo confortanti quelle emerse dal 4° Rapporto dell’Osservatorio provinciale del Mercato del Lavoro presentato lunedì in Camera di Commercio: tasso di disoccupazione altissimo per la provincia lecchese (8,1%), la cassa integrazione in lieve flessione ma con un carico di ben 13,8 milioni di ore nel 2013, piccoli segnali di ripresa occupazionale nell’industria ma non nel settore dell’artigianato e dei servizi.

“La disoccupazione nel lecchese ha toccato livelli record – ha sottolineato il presidente della Camera di Commercio, Vico Valassi, affiancato dall’assessore provinciale Antonio Conrater – è triplicato rispetto al 2008 e abbiamo 13 mila persone in cerca di lavoro”.

A questi va aggiunta una fetta pari al 5,3% dei lavoratori in cassaintegrazione che rischia di non essere reinserita in azienda; “lavoratori in panchina – spiegano Luca Schionato e Gianni Menicatti, ricercatori del Clas – ma sull’orlo di uscire dal mercato del lavoro” e che farebbe innalzare virtualmente il tasso di inoccupati al 13,4%.

DSC07866Un sensibile calo di occupati dal 2012 allo scorso anno lo ha subito il settore dell’edilizia (-10%) e del terziario dove si sono persi negli ultimi due anni 700 posti di lavoro. Nell’artigianato è pari al 3,2% il calo di dipendenti e dell’1,2% degli autonomi. In crescita invece il numero di occupati nell’industria, di circa 2 mila unità.

Male per il lavoro indipendente: rispetto al 2008, l’occupazione autonoma scende di 4 mila unità, attestandosi al 21,9% sull’occupazione complessiva. Stabile invece il numero di lavoratori nella Pubblica Amministrazione, che sono cresciti di circa 150 unità tra 2011 e 2012, dovuto però allo sblocco di nuovi posti di lavoro nel sistema scolastico (6,2%) che segue un triennio di flessioni.

Negativo è il saldo tra avviamenti e cessazioni di rapporti di lavoro, mai come in passato: i primi stimati a 31,4 mila nel 2013 (erano 41,8 nel 2007) superati dai secondi che hanno raggiunto quota 34,9 mila cessazioni.

Una piccola soddisfazione è data dai contratti a tempo indeterminato che, dopo quattro anni di progressiva riduzione, tornano a risalire rispetto al calo del 2012, attestandosi al 40,8% sul totale della assunzioni. La maggioranza (50,9%) è rappresentata dai contratti a tempo determinato, in calo di circa due punti percentuale rispetto al 2012, così come i contratti di apprendistato (8,3%).

Permangono le difficoltà occupazionali per le donne: sono circa 60 mila le occupate in provincia, con una perdita di 1500 posti di lavoro dal 2010 e il tasso di disoccupazione femminile è stimato al 9,1%.

Nel 2013, l’occupazione straniera incide sul totale di occupati per il 10% in leggera crescita rispetto all’anno prima ed è stimata anche una quota di circa l’8% di lavoratori stranieri irregolari, 2300 persone circa di cui il 50% proveniente dall’Africa e per il 28% dall’est Europa.

“A fronte di questi dati – ha ribadito il vicepresidente di Network, Wolfango Pirelli – non basta l’introduzione di nuovi strumenti da parte del Governo, servono risorse per sostenere crescita e innovazione”.