Finder Pompe, la Fiom: “Possibili ripercussioni su Merate”

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MERATE – “Restano intatte e senza una risposta le nostre perplessità per il futuro complessivo di Finder, Merate compresa, visto l’assenza ad oggi di un piano industriale di riorganizzazione che possa traguardare il futuro dell’azienda e dei lavoratori”.

E’ quanto fanno sapere i sindacalisti della Fiom provinciale di Lucca al termine dell’incontro interlocutorio quello che si è svolto martedì mattina presso Assindustria Lucca tra la direzione della Finder Pompe, assistita dai propri legali e la RSU della ex Cerpelli di Querceta insieme al sindacato in vista dell’accordo per la procedura di mobilità finalizzata alla chiusura dello stabilimento .

“L’azienda ha tenuto a ribadire la proprie volontà di cessazione nell’ambito dei 75 giorni previsti dalla procedura di mobilità attivata con lo scorso 18 gennaio, anche attraverso il riconoscimento di un possibile incentivo all’esodo – spiegano dalla Fiom – Come da noi previsto, l’azienda non ha portato soluzioni alternative alla chiusura, nemmeno la possibilità di ricorrere ad eventuali ammortizzatori sociali, in attesa di una ripresa o di un cambio di mix produttivo che dia risposta ad un mercato che sta cambiando rispetto al settore originario di riferimento dell’Oil & Gas”.

“Come sindacato abbiamo insistito sul fatto che con questa operazione di cessazione si rischia di produrre oltre al danno la disgrazia: si rischia infatti di disperdere la possibilità di aggredire il mercato con i prodotti e le competenze specialistiche di Querceta, che l’azienda ha riconosciuto con la sottoscrizione dell’ultimo accordo aziendale”.

A fronte del ruolo sociale dell’azienda, dietro insistenza del sindacato, si è convenuto di richiedere un ulteriore incontro con la Regione Toscana, al quale saranno presenti tutte le parti in causa, con lo scopo di esplorare tutte quelle che possono essere soluzioni alternative alla chiusura, compresa la ricerca di un’opportunità di tipo imprenditoriale utile a dare risposta all’occupazione e ad una continuità di tipo industriale per il sito di Querceta.

Il timore dei sindacati è che, dopo la chiusura di Querceta, potrebbero esserci gravi ripercussioni anche per la sede di Merate