Giovani commercianti, Somaruga: “Il Paese frena, noi andiamo avanti”

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LECCO – I giovani sono pronti a fare la loro parte ma chiedono una svolta sul fronte del credito e della burocrazia. E’ il messaggio lanciato durante il Forum dei Giovani di Confcommercio svoltosi il 9-10 novembre.

Alla due giorni di Venezia ha preso parte anche il presidente dei Giovani di Confcommercio Lecco, Claudio Somaruga: “Il tema di quest’anno era centrato su quelli che sono due tra i temi più sentiti del mondo imprenditoriale ovvero la stretta creditizia e la burocrazia. Sul primo fronte è chiaro a tutti che le banche stanno concedendo pochi finanziamenti alle imprese. Se è vero che due su tre ottengono questi finanziamenti, è da evidenziare come a oggi solo un’impresa su quattro si accosti al credito. Le altre evitano in partenza di ricorrere a questo strumento che invece è sempre stato linfa vitale per crescere e migliorare i servizi. Solo in quest’ottica si capisce la drammaticità del dato. Questo fenomeno ha un forte impatto anche sui privati cittadini: i tassi per i finanziamenti sono in crescita anche in questo comparto. Tassi che una volta erano palesemente alti oggi sembrano normali e quasi giustificati”.

Sulla questione legata alla burocrazia Somaruga evidenzia: “L’apparato burocratico italiano è da snellire. Due sono le chiavi di lettura che il libro bianco presentato a Venezia (dal titolo “Credito e burocrazia: il “gattopardo” delle imprese”) ci offre. Da un lato ci sono norme e adempimenti da aggiornare e rispettare per l’imprenditore. L’Ufficio studi, che ha elaborato la ricerca, ha evidenziato come solo in Italia il mondo delle imprese debba dedicare 35 giorni all’anno alle incombenze fiscali e amministrative mentre in Francia per le stesse pratiche servono 16 giorni! Vuol dire buttare via un mese all’anno per stare dietro alla carta…. Il secondo aspetto riguarda invece il numero di persone a disposizione del cittadino per i servizi: è importante la spending review della politica e di chi ci dovrebbe rappresentare, ma è altrettanto vero che sarebbe altrettanto rilevante ridurre l’apparato statale pubblico a tutti i livelli, a Roma come negli enti locali, puntando su una efficienza reale per il cittadino e le imprese”.

Oltre ai temi legati a credito e burocrazia, grande spazio è stato lasciato al fare impresa da parte dei giovani: “Nel suo intervento Mariano Bella, direttore dell’Ufficio Studi, ha fatto bene a evidenziare la mancanza di un ambiente favorevole all’imprenditorialità, all’innovazione e alla cultura del rischio. Non è questione di pessimismo ma di realismo. Ma questo quadro non ci piace e vogliamo cambiarlo. Anzi ogni giorno i commercianti dimostrano la loro voglia di fare, di crescere, di migliorare nonostante il freno del Paese. Quello che chiediamo è proprio un contesto se non proprio favorevole almeno non ostile a chi mette sul campo idee, a chi valorizza i talenti, a chi crea lavoro, a chi sta sul territorio creando ricchezza”.

Poi Somaruga precisa: “Il presidente nazionale di Giovani di Confcommercio Paolo Galimberti ha evidenziato in modo corretto come ci sia fiducia nel futuro ma come sia indispensabile avere un approccio pragmatico alla fase difficile che stiamo vivendo. Il momento è duro e la crisi si sta dimostrando più lunga di quanto si preventivasse. Ma è proprio in questi momenti che bisogno trovare risorse ed energie per uscire di slancio e guardare avanti. Non partiamo da zero e la conferma è arrivata anche dai 4 imprenditori premiati a Venezia che hanno saputo innovare quella che è la loro attività con nuovi spunti e strade mai percorse prima. Un chiaro messaggio di come i giovani imprenditori anche in questa fase sanno tirare fuori il meglio da loro stessi”.

E conclude: “La due giorni di Venezia è stata interessante come scambio di esperienze imprenditoriali tra diverse zone non omogenee tra loro. Vista l’ampia platea politica presente è proprio a questo mondo che chiediamo la capacità di fare ripartire questo Paese. Per farlo la strada è una sola: rilanciare i consumi e domanda interna. E per farlo di certo la strada non è quella di incrementare l’Iva!”.