Già direttore del Correre della Sera e Sole 24 Ore, Ferruccio de Bortoli a Lecco
Ospite di Confindustria presenta il suo nuovo libro
LECCO – La crisi economica e lo spauracchio della recessione che non consente sonni tranquilli, la politica e la deriva populista che ha accomunato i risultati elettorali in Europa e negli Stati Uniti. Ci salveremo?
E’ la domanda a cui Ferruccio de Bortoli ha cercato di rispondere nel suo nuovo libro ( “Ci salveremo. Appunti per una riscossa civica” ) presentato mercoledì a Lecco.
Già direttore del Corriere della Sera e del Sole 24 Ore e Amministratore Delegato di Rcs Libri, dal 2015 presidente della Casa Editrice Longanesi e dell’Associazione Vidas, De Bortoli è stato protagonista dell’incontro promosso da Confindustria Lecco Sondrio nella propria sede di via Caprera. Con lui al tavolo dei relatori Matteo Bonacina, dell’Università Cattolica del Sacro Cuore – Cattolica per il Terzo Settore, e il giornalista di Avvenire Diego Motta, moderatore.
“Ci salveremo. La vera forza dell’Italia è la stessa dimostrata dai nostri imprenditori nei momenti più difficili – è intervenuto Lorenzo Riva, presidente dell’associazione degli industriali, aprendo l’incontro – La nostra è una provincia laboriosa, dove l’impresa è radicata e presente da lunghi anni anni. Le imprese vogliono continuare ad essere presenti e produttive. Vogliamo essere responsabili e promotori del benessere del nostro territorio”.
Una risposta che riflette analogamente il pensiero di Ferruccio De Bortoli: “Spesso noi italiani ci sottovalutiamo. il Paese è migliore dell’immagine che proietta il suo governo: ha un grande capitale sociale, un volontariato diffuso, tantissime eccellenze riconosciute come tali nel mondo”.
E’ la visione del futuro, per de Bortoli, che oggi influenza i sentimenti degli italiani: “Una visione di futuro che è venuta meno. Siamo il paese europeo con il maggior numero di giovanissimi che né studia né lavora: che cittadini saranno domani? Mentre tanti continuano ad essere i laureati che lasciano l’Italia. Credo che la classe dirigente debba interrogarsi su queste tematiche”
Un futuro che non sembra più essere nelle mani dei singoli, “si parla di spossessamento” ha spiegato de Bortoli, dell’idea che ciò che capita dipenda da fattori di sistema, non determinati dalle scelte di ognuno. Di qui la conseguenza del “voto di pancia, che non è più l’espressione della migliore scelta possibile, ma di un voto di dispetto e rabbia”.