La protesta contro la riforma degli studi di settore che sta causando problemi e ritardi
Rocca: “Situazione intollerabile per la nostra professione e per i contribuenti che rappresentiamo”
LECCO – Il proliferare di adempimenti fiscali che complicano il lavoro degli uffici ed ora il caos per l’entrata in vigore del nuovo sistema di indici ISA, che andranno a sostituire gli studi di settore per esercenti attività d’impresa e lavoratori autonomi: sono queste le principali motivazioni che hanno spinto i Commercialisti a proclamare lo sciopero della categoria.
Una protesta che vuole essere il segnale tangibile di un malessere che incide, ormai da troppo tempo, non solo sui professionisti e sui loro collaboratori, ma soprattutto sulle aziende e sui singoli contribuenti che assistono.
Lo sciopero prevede la sospensione dell’invio dei modelli F24 per l’intera giornata di lunedì 30 settembre e di martedì 1 ottobre, verrà inoltre sospesa la presenza in udienza presso le commissioni tributarie provinciali e regionali da lunedì 30 settembre a lunedì 7 ottobre. Alla mobilitazione aderiscono anche i Dottori Commercialisti della provincia di Lecco.
“Il nostro Consiglio Nazionale ha chiesto invano la disapplicazione, per l’anno d’imposta 2018, del nuovo sistema ISA. Si tratta di uno strumento istituito con l’obiettivo di favorire l’emersione spontanea delle basi imponibili e stimolare il contribuente all’assolvimento degli obblighi tributari, ma che ha già dato luogo a ritardi, anomalie e malfunzionamenti” ricorda Antonio Rocca, presidente dell’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Lecco.
“Il nuovo sistema – prosegue Rocca – ha trovato la sua implementazione normativa solamente nel corso del 2019 e dal punto di vista operativo solo in agosto ci è stato messo a disposizione il software necessario per il calcolo del punteggio di affidabilità fiscale e parte delle istruzioni, mentre alcuni dati precompilati forniti dal fisco sono stati resi definitivi solo in settembre. Questa ennesima vessazione ci ha portati a proclamare lo sciopero che, è doveroso sottolineare, non avrà alcuna conseguenza per i nostri assistiti”
La proroga non basta
Non a caso il Legislatore, anche su sollecitazione del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti, ha deciso di prorogare al 30 settembre le scadenze di versamento per i contribuenti che svolgono attività interessate dagli ISA e posticipare al 30 novembre l’invio delle dichiarazioni. La proroga è ritenuta comunque insufficiente dalla categoria che, per questa ragione, ha chiesto la facoltatività per il primo anno di applicazione. Altrimenti, per i commercialisti, si paleserebbe una violazione dei diritti del contribuente, come già rilevato da diversi Garanti del contribuente in tutta Italia.
“Ancora una volta – conclude il presidente Rocca – le novità introdotte in materia fiscale provocano evidenti disagi all’attività dei nostri studi e ricadono,conseguentemente, sugli operatori economici che rappresentiamo. Il solo fatto che una dichiarazione dell’anno 2018 abbia come termine di compilazione fine novembre 2019, ben 11 mesi dopo la chiusura dell’anno, dimostra che il sistema è al collasso ”.