Intelligenza artificiale: la utilizza il 20% delle aziende lecchesi

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E’ quanto emerge da uno studio effettuato da Confapindustria Lombardia che ha coinvolto 100 imprese di Api Lecco Sondrio

Per il 56% degli intervistati l’intelligenza artificiale non potrà mai sostituire l’intuito dell’uomo

LECCO – E’ il tema del momento, ma le aziende del territorio appaiano ancora molto caute al riguardo, utilizzandola solo nel 20% dei casi. E’ quanto emerge dall’indagine sull’intelligenza artificiale effettuata da Confapindustria Lombardia per cercare di capire quale rapporto esiste tra le aziende lombarde e l’ultima rivoluzione industriale già avviata che vede computer e robot sempre più protagonisti delle nostre vite.

Per quanto riguarda le province di Lecco e Sondrio, già coinvolte lo scorso aprile durante il convegno promosso al Planetario di Lecco con ApiTech, la divisione innovazione e sviluppo di Api Lecco Sondrio, lo studio ha riguardato un campione di cento imprese, che rappresentano il tessuto di imprese di piccole e medie dimensioni associate, la maggior parte delle quali appartenenti al settore metalmeccanico (sono ben 7 su 10).

Dall’analisi emerge che poche delle realtà intervistate, solo il 16%, conosce la differenza tra intelligenza artificiale e digitalizzazione mentre la stragrande maggioranza delle imprese coinvolte nel sondaggio ha un livello di conoscenza del tema piuttosto incerto.

Non va meglio sul fronte della conoscenza delle applicazioni per l’impresa. O meglio: il livello di conoscenza delle applicazioni di intelligenza artificiale per l’impresa presenta una correlazione diretta con il grado di utilizzo nell’attività aziendale. Da un lato, infatti, il 36% degli intervistati dichiara di non conoscerne le possibilità di uso e il 31% ne sa pochissimo; d’altro canto, più della metà (53%) dei rispondenti (che presentano il minor livello di conoscenza delle applicazioni aziendali di IA) afferma di non esser interessato ad un utilizzo lavorativo.

Da sottolineare invece come due aziende su dieci hanno già introdotto una o più soluzioni di IA nella propria realtà, con una decisa accelerazione nell’ultimo biennio.
Gli intervistati rivelano inoltre un dettaglio curioso: il tradizionale obiettivo ricercato tramite la digitalizzazione dei processi aziendali, ovvero estendere i tempi del lavoro, non rappresenta una priorità per le imprese che hanno investito in intelligenza artificiale.

Tra gli aspetti che più preoccupano gli imprenditori vi sono i costi e i problemi legati alla cybersicurezza. Riguardo, invece, dilemmi riguardo alle risorse umane, gli imprenditori di Api Lecco Sondrio sono ottimisti: per il 56% di loro non potrà mai sostituire l’intuito e le capacità dell’uomo nel progresso scientifico, ma ne sarebbe supporto valido e per il 69% il lavoro umano cambierà in futuro con competenze nuove.

Per quanto riguarda la digitalizzazione, maggiormente diffusa e conosciuta, per l’80% delle imprese del territorio viene utilizzata per sotfware gestionali.

Carlo Antonini
Carlo Antonini

Un’indagine ricca e corposa che Carlo Antonini, responsabile scientifico di ApiTech, commenta così: “Per quanto riguarda la digitalizzazione alcuni strumenti tradizionali come le soluzioni cloud, rese possibili da reti a banda larga, e i gestionali base sono ormai consolidati nella maggioranza delle aziende. Buona anche la consapevolezza sulla cybersicurezza. Qualche timore in più rimane riguardo alla possibilità di accedere ai dati aziendali da remoto: questo è un aspetto su cui investire, insieme al tema sicurezza, perché l’accessibilità dei dati è complementare al lavoro agile, che non si riduce al solo lavoro da casa, ma per esempio permette ad un tecnico temporaneamente fuori sede di verificare, controllare ed eventualmente correggere il processo di una macchina in azienda da remoto, ovunque si trovi”.

Antonini aggiunge: “Per quanto riguarda l’intelligenza artificiale, tema molto più recente, è curioso vedere come il 20% delle aziende la stia già utilizzando, il 30% ci sta pensando, mentre il restante 50% non sia al momento interessato. E’ una fotografia da approfondire, e credo che le percentuali cambieranno a breve: sempre più servizi basati sull’IA saranno a portata di tutti e quindi facilmente utilizzabili anche da un pubblico di non-esperti. Se ci pensiamo, non serve sapere come funziona un motore per guidare una macchina. Lo stesso sta succedendo con l’AI, dove molti servizi per la gestione e lo sviluppo che servono per guidare un’azienda avranno nuovi motori basati sull’IA”.