PAVIA – Centoventi tra appartamenti di pregio finemente arredati, un villaggio turistico sul Lago di Garda, autorimesse e terreni in Valle d’Aosta, Piemonte, riviera ligure di levante e in Lombardia, nelle province di Milano, Brescia e Lodi: è quanto la guardia di finanza ha sequestrato all’imprenditore G,B,, di 63 anni e residente a Pavia, accusato di gestire un importante polo logistico attraverso una fitta rete di società cooperative a lui riconducibili utilizzando metodi che gli consentivano, da un lato, di offrire ai propri committenti prezzi ben al di sotto di quelli di mercato e, dall’altro, di frodare il fisco.
Quando venne arrestato nel luglio 2018 al termine di una complessa indagine della Guardia di Finanza di Pavia, gli furono contestati i reati di associazione a delinquere finalizzata all’intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro (c.d. caporalato) oltre che di frode fiscale per decine di milioni di euro.
Nel luglio del 2018 oltre che a G.B. erano scattate le manette ai polsi di altri 11 sodali componenti un’organizzazione a delinquere che tramite la Premium Net Scpa ed una serie di cooperative e consorzi di cooperative ad egli riconducibili, di cui G.B. per gli inquirenti era il “dominus indiscusso”. Gli esiti investigativi avevano successivamente indotto il Tribunale di Milano ad applicare, uno tra i pochi casi in Italia, la misura temporanea di prevenzione dell’Amministrazione giudiziaria (tuttora in atto) prevista dall’art. 34-bis del Codice Antimafia alla società italiana di logistica facente parte di un importante gruppo multinazionale operante nel settore, principale committente delle aziende di cui l’imprenditore era l’amministratore di fatto.
Le fiamme gialle pavesi, però, non si sono fermate qui e, sotto la guida della Procura della Repubblica di Milano, hanno ricostruito la sua storia partendo dai primi anni 90 quando l’imprenditore cominciava a collezionare i primi precedenti penali per reati contro la pubblica amministrazione, il patrimonio e per evasione fiscale, evidenziando così una raffinata e ostinata capacità delinquenziale.
Gli elementi acquisiti nel corso delle indagini hanno indotto la Procura della Repubblica di Milano – Sezione Distrettuale Misure di Prevenzione, ad approfondire le posizioni patrimoniali nei confronti dell’imprenditore e di alcuni familiari, oltre che nei confronti di una insospettabile milanese 50enne, impiegata di un Ente Locale, molto vicina all’imprenditore, socia di una delle società immobiliari e intestataria di una polizza vita del valore di oltre un milione di euro, oggetto anch’essa della misura odierna.
Così, scavando per mesi su centinaia di conti e rapporti finanziari sono riusciti a individuare un ingente patrimonio frutto per la GDF delle sue attività criminali, abilmente occultato mediante schermi societari e persone fittiziamente interposte.
L’imprenditore infatti, nonostante vantasse un elevato tenore di vita con macchine di grossa cilindrata, cene nei ristoranti più prestigiosi di Milano, acquisti di gioielli e orologi, viaggi esclusivi, disponibilità di ingenti somme di denaro contante e di appartamenti in centro a Milano e nelle località sciistiche e balneari più prestigiose d’Italia, risultava non possedere nulla all’infuori del suo reddito.
All’esito dell’articolata indagine patrimoniale, portata avanti districandosi in un vero e proprio labirinto di società (anche di diritto inglese) e fiduciarie, sono stati individuati immobili e liquidità per circa 17 milioni di euro.