Una cinquantina di associazioni aderenti al coordinamento Cornizzolo, hanno presentato un lavoro di ricerca su Holcim e sul mercato del cemento in Italia (qui il documento integrale), volto a scoraggiare l’aumento delle possibilità estrattive – e l’apertura di nuove cave – in vista della definizione del nuovo Piano Cave provinciale. Il focus della ricerca è incentrato soprattutto su Holcim, la società che ha richiesto l’apertura di un nuovo sito estrattivo sul Cornizzolo, trecento metri sopra la basilica di San Pietro al Monte, nel comune di Civate.
“È una ricerca di carattere economico – spiega Giuseppe Stefanoni, portavoce del Coordiamento Cornizzolo – e i dati che vengono riportati provengono tutti da fonti ufficiali. Per noi quella cava non va aperta per tutto un discorso di salvaguardia del territorio, del contesto naturalistico, della basilica di San Pietro al Monte, del turismo del Cornizzolo, della panoramica; poi c’è anche la questione economica, in quanto il settore edile è in crisi da anni, e non vediamo la necessità di dover distruggere una montagna per un’attività di dubbio valore economico”.
Infatti, nella lettera di presentazione della relazione si legge: “Dai dati riportati si può vedere come il settore della produzione del cemento sia in forte decrescita. Oggi si stima che le 91 cementerie attive in tutta Italia lavorino al 60% delle proprie capacità produttive con margini che continuano a scendere. I prossimi anni prevedono ulteriori decrescite legate sia all’andamento economico del nostro paese ma anche all’introduzione di più efficienti sistemi di costruzione con materiali alternativi e minore spreco di risorse naturali e non rinnovabili. Questa naturale evoluzione fa dire all’Associazione dei cementieri (AITEC) che: ‘Una eventuale contaminazione di metodologie costruttive di provenienza transalpina comporterebbe di fatto un dimezzamento del mercato del cemento in Italia’ “.
Da parte sua, Holcim Italia ha risposto punto per punto alle problematiche mosse dal coordinamento durante gli incontri organizzati con la cittadinanza che si sono svolti il 27 marzo a Erba, il 28 a Valmadrera e il 29 marzo ad Eupilio, dove Manuela Macchi, responsabile CSR e comunicazione e Marcelino Linares, responsabile per la pianificazione mineraria entrambi dipendenti Holcim incontrando le comunità locali, hanno esposto le caratteristiche della progettazione dell’azienda (qui il comunicato ufficiale), illustrando anche una prima simulazione di come potrà essere la cava del Cornizzolo. Agli incontri è stato dato spazio anche al dibattito, ma le associazioni del coordinamento Cornizzolo non vi hanno partecipato pur presenziando con cartelloni di protesta.