Calcio Lecco, la proposta di Valsecchi: “Un azionariato diffuso dei tifosi”

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Stadio di Lecco Rigamonti Ceppi
Lo stadio comunale di Lecco "Rigamonti - Ceppi"

Valsecchi incontrerà domani il nuovo presidente per parlare della proposta

“Una società che ha al suo interno un pezzo di capitale sociale la rende più democratica”

LECCO  – Una forma di ‘azionariato diffuso’ per sostenere la Calcio Lecco. La proposta arriva da Corrado Valsecchi, consigliere comunale di Appello per Lecco e tifoso bluceleste, che proprio domani, come fatto sapere, incontrerà Aniello Aliberti, nuovo presidente del Lecco e amico, per parlarne. “Se sarà d’accordo costituiró un comitato di azione popolare che consenta di raggiungere questo obiettivo” ha fatto sapere Valsecchi.

“Sono ovviamente molto felice che l’amico Aniello Aliberti abbia deciso di comprare il Lecco Calcio al 100%. Gli sforzi e l’impegno di queste settimane sono stati premiati e qui consentitemi davvero di ringraziare nuovamente oltre a Aniello anche la famiglia Di Nunno, Angelo Maiolo e tutti i protagonisti dentro e fuori dal campo di questi sette anni meravigliosi e intensi”.

Valsecchi ha dedicato un pensiero all’ex patron Paolo Di Nunno: “Capisco l’amarezza ma credo abbia fatto molto bene ad accettare i nostri consigli, si è evitato per lui, che tanto ha fatto per il Lecco calcio e per la città di Lecco come indotto sul piano sportivo, commerciale e turistico , di lasciare un ricordo ingiusto e troppo amaro”.

“Adesso che la missione è compiuta dobbiamo chiederci come possiamo essere d’aiuto alla nuova proprietà. A questo proposito non è un mistero che Aliberti voglia farsi accompagnare dalla comunità lecchese, lo ha detto e ripetuto in tutte le salse. Questa sua vocazione a non essere esclusivo, ma inclusivo, ci deve fare riflettere, perché rappresenta una occasione irripetibile. Trovare pochi imprenditori che mettano qualche centinaia di migliaia di euro ciascuno per rilevare quote di minoranza è una impresa complicata, ma non impossibile. Ma trovo francamente molto più utile, se Aniello è d’accordo, lanciare un’idea che trova sempre più spazio nel panorama calcistico e non solo a livello internazionale”.

Valsecchi ha quindi proposto il cosiddetto “azionariato diffuso”, “cioè la partecipazione massiccia e articolata dei tifosi a sostenere i colori blucelesti, entrando anche con piccoli contributi in società”.

Corrado Valsecchi
Corrado Valsecchi

“L’azionariato diffuso consente di affermare che “il calcio è di tutti, è della gente”, questo vale per il gioco più popolare, come per gli altri sport. Ne voglio parlare domani con Aliberti, se è d’accordo fonderò un comitato di azione popolare che consenta di raggiungere questo obiettivo. Mi rendo conto che l’impresa non è facile, ma credo che anche il territorio e le sue comunità debbano sentirsi impegnati e coinvolte a sostenere una famiglia che ha deciso di investire le sue risorse per la squadra della nostra città e del nostro territorio. La partecipazione popolare alle società di calcio, seppur in un ruolo di minoranza, oggi è anche regolamentata da una legge che favorisce i percorsi aggregativi e di investimento plurale. Io credo che una legge che parla di “misure volte a promuovere, sostenere e favorire la partecipazione, diretta e indiretta, alla proprietà del capitale sociale e alla gestione delle società sportive da parte dei sostenitori delle stesse, quale forma di coesione e aggregazione sociale, fattore di crescita individuale e collettiva e occasione per la formazione e diffusione di una cultura sportiva autentica e rispettosa dei principi di legalità ” debba essere presa sul serio”.

“Questo – ha continuato Valsecchi – ci avvicinerebbe ai modelli tedeschi e spagnoli dove l’ingresso, in parte, nel capitale è di competenza anche dei tifosi che fanno sentire la loro voce nelle sedi opportune evitando tensioni o malumori preventivi che spesso generano pleonastiche e inconcludenti fibrillazioni che possono nuocere sull’ambiente societario. Una società che ha al suo interno un pezzo di capitale sociale la rende più democratica, ovviamente ci saranno istanze rappresentative che dovranno parlare a nome e per conto degli azionisti, ma sicuramente il confronto, la condivisione fra tutti i soci (chi ha dato cento e chi mille) rende lungimirante questo progetto, che consente in ogni occasione, anche di eventuali crisi, di avere una base dalla quale poter controllare e ripartire. È al momento solo una mia idea, sentirò la nuova proprietà, tuttavia, coloro che fossero d’accordo possono contattarmi per uno scambio di opinioni” ha concluso Valsecchi.