La Festa dei Lavoratori in piazza Cermenati sotto la pioggia
Esposito (UIL), anche a nome di CGIL e CISL: “La via giusta sta nel valorizzare il lavoro, riconoscerne il valore in giuste buste paga, giusti diritti accessori e normativi”
LECCO – “Costruiamo insieme un’Europa di Pace, Lavoro e Giustizia Sociale”. Questo il titolo scelto dai sindacati per celebrare la Festa dei Lavoratori che oggi, 1° maggio, nonstante il maltempo ha riunito in Piazza Cermenati numerosi cittadini, lavoratori ma anche giovani e studenti.
Musica, intrattenimento, solidarietà e soprattutto un’approfondita riflessione sul senso del 1° maggio in tempi definiti “bui e disorientanti”.
Nel suo saluto, l’assessore al Welfare del Comune di Lecco Emanuele Manzoni ha voluto sottolineare: “Non è “la fine del lavoro” quella che abbiamo davanti. È la frammentazione del lavoro che porta con sé grande disorientamento. In questo contesto quello dei sindacati è uno straordinario lavoro di tessitura e di coesione e le decine di migliaia di adesioni nella nostra provincia sono il segno di una presenza vera di fronte al rischio di una deriva individualista”.
E ancora l’assessore nel suo intervento: “Siamo tutti chiamati allora innanzitutto a ricostruire tessuto sociale e a riscoprire il ‘senso del lavoro’ che non è compito di fatica o processo produttivo ma luogo di socialità vera, di costruzione di un’identità collettiva, spazio di partecipazione e rivendicazione di diritti, quali innanzitutto libertà e dignità. ‘Il lavoro non è una merce’ ci ha ricordato ieri il presidente della Repubblica. Ed è intollerabile che venga trattato come tale come è intollerabile che nel 2024 stiamo ancora contando le vittime di una piaga che si chiama morti sul lavoro. Fino a quando Brandizzo? Fino a quando Suviana? Fino a quando lo stillicidio quotidiano che non fa quasi più notizia? Non è un caso. Non è sorte. Non è colpa del destino. Precarizzare il lavoro significa aumentare i rischi. E dunque, lottare contro la precarietà significa lottare anche per la vita delle persone”.
“Non può essere un Primo Maggio di festa – ha detto dal palco Dario Esposito, Segretario della Uil Lecco a nome di Cgil, Cisl e Uil – Non lo è per migliaia di lavoratori, pensionati, cittadini. Perché la politica tritacarne di questo Governo ha trasformato ogni primo giorno del mese nell’inizio di un conto alla rovescia. Un conto alla rovescia non scandito da secondi ma da bollette, liste della spesa, parcheggi da pagare, ed in cui si prova ad arrivare al prossimo giorno di paga per continuare a stare a galla”.
Quindi ha proseguito: “C’è molto per cui lottare, impegnarci, costruire insieme soluzioni come Cgil, Cisl, Uil, diciamocelo chiaramente perché noi lo sappiamo bene: le politiche attuali non stanno togliendo dignità alle persone, l’hanno già tolta! Non è retorica, quella la lasciamo volentieri ad altri, sono numeri, fatti presenti anche sul territorio”.
Nel suo intervento, a nome di tutti e tre i sindacati, Esposito ha toccato diversi temi, tra cui infrastrutture del territorio, la questione dell’abitare e l’aumento dei tassi e dei mutui, il capitolo della sanità e, naturalmente, il lavoro: “La via giusta sta nel valorizzare il lavoro, riconoscerne il valore in giuste buste paga, giusti diritti accessori e normativi. Una strada poco percorsa. E’ quello che dicono i numeri: nel 2023 su 35820 assunzioni solo il 20% sono state a tempo indeterminato. Solo un nuovo assunto su 5 ha avuto un contratto stabile. Su 35 mila assunzioni ben 1100 sono state a carattere stagionale. A nome delle nostre tre sigle sindacali, a nome di Cgil, Cisl, Uil, dichiaro che la precarietà, il contratto a termine, il contratto stagionale, sono delle catene ai polsi del lavoratore”.
Ricordata l’importanza di manifestare: “Scendere in piazza, manifestare, scioperare è ancora uno strumento utile, è ancora uno strumento di lotta, è ancora uno strumento da tutelare e preservare. Al Governo chiediamo una cosa: che nella sua lista di priorità, che vede al primo posto gli sconti alle imposte sulle multinazionali ed al secondo gli abbuoni alle banche, affianchi a quei suoi punti fermi anche la nostra di priorità: il diritto alla vita dei lavoratori“.
A conclusione del suo discorso (QUI COMPLETO), Esposito ha fatto riferimento alla situazione geopolitica internazionale e alle guerre in corso: “In uno dei suoi libri più famosi, Fontamara, Ignazio Silone diceva che esiste un linguaggio universale che unisce l’operaio italiano con quello sudamericano, piuttosto che francese o di altre nazioni. Il linguaggio della gente per bene, la gente che lavora, la gente che cerca di vivere con dignità. Quel linguaggio è universale ed unisce gli uomini più di ogni altra cultura, religione, nazione o lingua. Chiedo quindi a coloro che hanno il potere di decidere sulle sorti delle guerre di prestare ascolto, una volta soltanto, alla propria gente, la gente che vive di lavoro e che non ha bisogno di guerre“.