Lecco e Merate. Negli ospedali uno spazio dedicato alle vittime di violenza

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Nell’immagine una delle stanze realizzate grazie a Soroptimist nei pronto soccorso di Lecco e Merate

 

LECCO – Un luogo dove sentirsi protetti, dove le vittime di violenza possono raccontare liberamente, e in un ambiente confortevole, quanto loro accaduto, rivolgendosi ad un personale qualificato: due stanze, che hanno trovato posto negli ospedali di Lecco e Merate, realizzate grazie al contributo delle donne del Club Soroptimist e inaugurate simbolicamente venerdì con una presentazione del progetto al Manzoni di Lecco.

Una rosa bianca è simbolo e nome di questo progetto, “bianca, perché si rivolge a tutte le categorie di vittime della violenza, al di la del sesso e dell’età di chi la subisce” ha spiegato Anna Orani, presidente di Soroptimist Lecco.

Anna Orani e Gloria Tomasini di Soroptimist Lecco e Merate

 

Il Pronto Soccorso, uno dei punti di accesso principali dei pazienti all’ospedale, è il luogo scelto dall’associazione e dall’azienda ospedaliera per dare una collocazione ai due nuovi locali. “La violenza si manifesta in modo subdolo, gli operatori sanitari hanno imparato a riconoscerla, frequentando anche corsi di formazione – spiega Luciano D’Angelo, direttore del PS di Lecco  – è un’attività silente che ormai da anni è diventata un bagaglio di conoscenza per chi opera nell’ambito dell’emergenza-urgenza”.

E’ stato necessario un lungo lavoro, quasi due anni, come sottolineato da Gloria Tomasini di Soroptimist Merate, “effettuando diversi incontri non solo coi medici ma anche con le associazioni che si occupano di prestare aiuto alle donne che subiscono violenza. Volevamo ci fosse un percorso ed una rete di supporto anche fuori dall’ospedale”.

Il primario Luciano D’Angelo e il direttore  sanitario Enrico Frisone

 

“Tutti hanno accolto la proposta e ci siamo dati da fare per superare le difficoltà che potevano esserci anche dal punto di vista della burocrazia per trasformare una stanza ad uso medico in una stanza di accoglienza. Ce l’abbiamo fatta” ha commentato il direttore sanitario dell’ASST, Enrico Frisone.

“Non c’è solo una valenza pratica dietro a questa iniziativa – ha spiegato il direttore dell’ASST, Stefano Manfredi  – ma sottolinea un’attenzione viva nei confronti di un fenomeno purtroppo presente e che sta emergendo sempre di più, proprio perché è aumentata la sensibilità a questo tema da parte di tutti”.

Da sinistra il questore Guglielmino, il maggiore Arneodo e il direttore generale Manfredi

 

Sono tanti, ancora, i casi sommersi, “un muro scuro di reati che non vengono denunciati” come lo ha definito il questore Filippo Guglielmino. “Spesso la difficoltà sta proprio nel convincere le vittime a superare la diffidenza e squarciare questo velo”.

Per questo il progetto non si fermerà all’ospedale e prevede già l’apertura di altre due sale nella caserme dei carabinieri di Lecco e Merate. “Un ambiente che metta a proprio agio la vittima è utile affinché questa possa raccontare quanto gli è successo – conferma il maggiore Claudio Arneodo  – vorremmo che l’Arma diventasse anch’essa un punto di riferimento per vittime”.

Il vicesindaco di Lecco, Francesca Bonacina e il sindaco di Merate, Andrea Massironi

 

Plaudono al progetto il sindaco di Merate, Andrea Massironi e il vicesindaco di Lecco, Francesca Bonacina; entrambi presenti venerdì mattina per la presentazione dell’iniziativa, hanno lodato “l’impegno verso chi ha bisogno di aiuto” e “l’importanza di associazioni come Soroptimist che si prodigano per il bene comune”.

Entrambe le stanze sono già in uso agli operatori sanitari e già diversi pazienti sono stati ascoltati, come rivelato da Rita Scaramelli del servizio anti-violenza dell’ospedale.