Merate. Villa Baslini, la maggioranza ci ripensa: cassato l’intervento edilizio nel parco

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Ieri sera in consiglio comunale la discussione sulla vicenda

Azzerata la previsione edilizia nel parco monumentale di Villa Baslini: “Non c’è alcun interesse pubblico”

MERATE – Bocciata la richiesta di edificazione nel parco di Villa Baslini perché “allo stato attuale non si rileva alcun beneficio di interesse pubblico”. E’ arrivata un po’ a sorpresa, visto il pronunciamento diverso emerso in commissione territorio solo alcuni giorni fa, la decisione del gruppo di maggioranza Più Prospettiva di cassare totalmente la richiesta di una società privata di poter costruire delle volumetrie da destinare all’attività ricettiva all’interno del parco monumentale di villa Baslini.

Ieri sera, durante il consiglio comunale in cui è stato poi approvato il Pgt, il capogruppo di maggioranza Alessandro Vanotti ha prima chiesto di poter posticipare a fine discussione le quattro osservazioni riguardanti la storica dimora che si affaccia sul piazzale della chiesa e ha poi letto l’emendamento presentato per chiedere di rivedere quanto deciso in commissione, stoppando la previsione fino a quel punto prevista nel Pgt per Villa Baslini. In particolar modo Vanotti ha evidenziato come “non esistono, allo stato attuale, i necessari approfondimenti di carattere progettuale per meglio comprendere e valutare l’incidenza del nuovo insediamento nel bene vincolato”, rimettendo a un’eventuale futura programmazione negoziata il compito di chiarire l’effettiva incidenza paesaggistica e l’eventuale interesse pubblico connesso.

Un particolare, quello del difetto di interesse pubblico, fino a ieri sera motivato con la necessità di non lasciare in uno stato di abbandono la dimora storica, che ha portato la maggioranza a chiedere di accogliere le osservazioni 8 e 49, protocollate rispettivamente dal gruppo di minoranza di Cambia Merate e dall’architetto Andrea Valli e a respingere la 50, avanzata dalla proprietà, che aveva chiesto, sua sponte, di ridimensionare la superficie edificatoria portandola a 950 metri quadrati.
Modificata anche l’osservazione 54, redatta dall’ufficio tecnico con l’indicazione di eliminare la simbologia PA1 dal comparto in esame.

Un cambio radicale di visione che non poteva restare sotto traccia. A prendere parola per primo, manifestando un certo stupore, è stato il consigliere di minoranza Roberto Perego, che, nelle scorse settimane, non aveva esitato a parlare di sfregio ambientale in merito all’intenzione di autorizzare un intervento edilizio nel parco. “Chiariamoci, sono contento che dopo 15 giorni mi diate ragione con questo emendamento. Ma il percorso che avete svolto è stato a dir poco claudicante. In adozione avevate previsto la possibilità di edificare 1.200 metri quadri nel parco. Poi è arrivata la Soprintendenz a chiedervi una sensibile riduzione e in commissione avete optato per la metà, ovvero 600 metri quadrati mentre la proprietà proponeva 950 mq. Adesso arrivate ad azzerare l’intervento. Che pasticcio è? Vuol dire che avevamo ragione noi, e ne siamo molto contenti, ma ribadiamo che non si sarebbe mai dovuto mettere niente fin dall’inizio”.

Perego ha incalzato: “Questa è una vicenda pazzesca: avete sempre sostenuto che l’intervento edificatorio era necessario per recuperare la villa, ora dite che la dimora storica può essere ugualmente recuperata. Ed è gravissimo che non vi siete resi conto di questo fino a oggi: vuol dire che siete inadeguati al ruolo”.

Un’accusa respinta con fermezza da Vanotti che ha sottolineato come solo gli stolti non cambiano mai idea.

Dai banchi del nuovo gruppo misto, formato dagli ex assessori Andrea Robbiani, Franca Maggioni e Giuseppe Procopio si è alzata la voce di quest’ultimo che in qualità di delegato all’Urbanistica (fino alla revoca delle deleghe) ha voluto puntualizzare che fin dall’inizio si era precisato che si sarebbe dovuto vedere come si sarebbe arrivati alla fine. “Avevamo ricevuto una proposta da parte di un operatore, interessante perché avrebbe potuto incidere sulla carenza di strutture alberghiere della zona – ha aggiunto l’ex vice sindaco, con toni calmi e mansueti, come a voler disinnescare qualsiasi miccia -. Sono stato il primo a invitare tutti a vedere il livello del parco e ora al termine di questo percorso, sono favorevole a respingere in toto tutto se non ce la sentiamo di andare avanti. Non è questione di essere inadeguati, anche la Soprintendenza non lo è stata: si fa un percorso e si prendono delle scelte insieme”.

Nel dibattito si è inserito anche il sindaco Massimo Panzeri: “Può chiamare questa scelta come vuole, parlare di sconfitta, vittoria o retromarcia: quello che è vero che è maturata una valutazione diversa di questo intervento. E non è una cosa così clamorosa”.
L’ex assessore Andrea Robbiani ha poi chiesto più coraggio all’amministrazione comunale, invitandola a non limitarsi a rimandare la questione alla prossima “consiliatura”, mettendo nero su bianco un no alla costruzione nel verde. Ne è poi nata una lunga discussione sulla necessità di provvedere con l’emendamento o votare direttamente le singole osservazioni. Alla fine, si è optato per il voto all’emendamento, su cui si sono astenuti i quattro consiglieri di Cambia Merate (la quinta, Patrizia Riva, era assente) e i voti, all’unanimità, sulle quattro osservazioni.

L’ultima votazione ha riguardato poi il Pgt nel suo complesso: su questo punto la minoranza si è astenuta.