Il ricordo dei maglioni rossi: “Per noi non eri Sandro ma il Dr. Liati”
“Un punto di riferimento con il tuo ottimismo, il tuo humor e la tua capacità di sdrammatizzare”
CASSANO MAGNAGO (VA) – C’era quando i Ragni di Lecco, nel 1974, hanno conquistato il mitico Cerro Torre, ma quella è solo una delle spedizioni, di certo la più simbolica, in cui il dottor Sandro Liati era al fianco dei maglioni rossi.
Originario di Cassano Magnago (Varese), il medico pediatra Alessandro Liati, per tutti Sandro, ha sempre avuto un fortissimo legame con l’ambiente alpinistico lecchese e con i Ragni della Grignetta con cui ha condiviso una grandissima passione per la montagna e di cui faceva parte dal 1974.
E’ profondo il dolore anche a Lecco per la sua morte avvenuta nelle scorse ore. Una persona di compagnia, un ottimo compagno di cordata: tranquillo, ironico e molto disponibile, così lo descrivono nell’ambiente. E proprio grazie a queste sue qualità, grazie a un legame nato da Casimiro Ferrari, si era integrato perfettamente nell’ambiente lecchese.
Il ricordo dei Ragni
La sua presenza e la sua esperienza hanno rappresentato una sicurezza e un supporto fondamentale in situazioni nelle quali anche i più forti e coraggiosi sperimentano tutta l’umana fragilità, consapevoli di essere costantemente esposti al rischio e di vivere in condizioni dove anche un semplice raffreddore può facilmente degenerare in qualcosa di molto più letale. Con la sua arte medica si è preso cura dei corpi, ma la sua intelligenza e la sua ironia sono state una medicina anche per lo spirito…
Il ricordo di Carlo Aldé
Parlavi in dialetto e in inglese, come quella volta che al Cerro Torre nel 1974, nella tenda alla grotta di ghiaccio dell’Elmo, ti accorgesti che qualcuno stava arrivando e, non rispondendo ai tuoi richiami, avevi urlato ridendo “Do you speak english?” .
Un’intervista sul giornale comunale di Cassano Magnago
In un’intervista del 2003 sul giornale comunale raccontava il suo colpo di fulmine con la montagna: “Tutto è iniziato per caso, dalle passeggiate sugli alpeggi che facevo mentre ero
in vacanza in Val Malenco a Caspoggio nel ’41. Dalla mia prima vetta, il Pizzo Scalino 3.233 metri nel 1945, seguirono parecchie salite sulle Alpi: dal Monte Bianco alle Dolomiti. Nell’estate del ’68, fermati dal brutto tempo per tre settimane al rifugio Torino a Courmayeur, con gli amici Alippi e Lafranconi, pensammo di proporre per l’anno successivo una spedizione nelle Ande, zona ove il clima era senz’altro più favorevole”.
Iniziò così la serie di avventure extra europee “che mi portarono nelle Ande, sull’Jrishanka (’69), sull’Huant San (’72), al Cerro Torre nelle Ande Patagoniche (dal 17.11.73 al 29.1.74 sia sul versante cileno che su quello argentino; restai lontano da casa più di due mesi. Non c’erano telefoni e non si poteva comunicare. Ero già sposato e avevo tre figli e una moglie che mi ha sempre sostenuto), all’Alpamayo (’75), al Nevedo Sarapo (’79)… e ancora in Nepal e in Tibet coi Ragni di Lecco di cui sono socio dal ’74, al Lothse, sull’Ama Dablan e sul Cho-Oyu”.