Da Ventimiglia a Trieste sul confine delle Alpi, il suggestivo viaggio di Angelo Rusconi

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Angelo Rusconi nei pressi del rifugio Locatelli, sullo sfondo le Tre Cime di Lavaredo
Angelo Rusconi nei pressi del rifugio Locatelli, sullo sfondo le Tre Cime di Lavaredo

1800 km percorsi, 71 giorni di cammino tra natura, diverse culture e l’abbraccio delle montagne

“Non serve essere super atleti, non chiamatela impresa… è stato piuttosto un lungo viaggio in una marea di bellezza”

VALMADRERA – “Non chiamatela impresa, piuttosto un lungo viaggio e una bellissima esperienza. L’impresa la compie chi costantemente si spacca la schiena per tracciare e mantenere i sentieri che ho percorso in tutte queste settimane”.
Angelo Rusconi, 28 anni di Valmadrera, è stato protagonista di un viaggio davvero suggestivo: è partito il 2 luglio da Ventimiglia ed è arrivato il 12 settembre a Trieste percorrendo l’intero arco delle Alpi. Una passione per la montagna ereditata dalla sua famiglia e cresciuta all’interno dell’Osa Valmadrera.
“Ho camminato per 71 giorni effettivi perché due giorni sono dovuto restare fermo per le condizioni meteo avverse – racconta -. In questo viaggio ho cercato di vivere il più possibile la dimensione di essenzialità: sia nello stile portando in spalla uno zaino il più leggero possibile, sia nel rapporto diretto con la natura dormendo per la maggior parte delle notti in tenda o bivacchi e trascorrendo solo due notti in rifugio”.
Angelo Rusconi viaggio sul confine delle Alpi
Rifugio Quintino Sella al Monviso

1.800 chilometri totali, una media di 25 chilometri al giorno per 8/9 ore di cammino: “Ho studiato il percorso a tavolino affidandomi a una applicazione con tracce Gps. Lo scopo era camminare il più possibile vicino al confine italiano per incontrare quella miriade di culture di montagna che, da centinaia di anni, sono contaminate dagli scambi con le popolazioni limitrofe, il risultato sono microcosmi affascinanti che hanno tanto da dare e raccontare. Devo dire che questa dimensione mi è piaciuta molto. Poi c’è stato quell’abbraccio con la natura lungo oltre 70 giorni che è simboleggiato dalla forma stessa dell’arco alpino e dal tragitto del mio cammino”.

Per Angelo Rusconi questo non era il primo trekking: “In realtà ne ho fatti tanti, ma ciò che mi ha spinto a compiere questo viaggio è stato il trekking fatto un paio di anni fa sulle Alte Vie numero 1 e 2 della Valle D’Aosta in una ventina di giorni, sempre in tenda. La folgorazione definitiva è arrivata con la lettura del libro ‘La grande traversata delle Alpi, Dalla Liguria al Friuli’ di Ugo Ghilardi e Manuel Ardenghi, da lì sono partito per creare una mia linea che tra i tanti itinerari ha incrociato anche l’Alta Via dei Monti Liguri, la Gta Piemontese, il Sentiero Italia, la Traversata Carnica…”.

Angelo Rusconi 28 anni di Valmadrera
Angelo Rusconi 28 anni di Valmadrera sul Monte Canin, Alpi Giulie

Per l’80% del viaggio Angelo Rusconi ha camminato solo, mentre alcuni amici e famigliari l’hanno accompagnato in qualche tappa: “Ci tengo a ringraziare gli amici Andre, Nico e Marco e soprattutto la mia famiglia che ha camminato alcuni giorni con me e mi ha dato la possibilità di vivere questo lungo viaggio. Vorrei dedicare questo viaggio a tutti gli appassionati di montagna, amici e familiari di Valmadrera e Premana che mi hanno supportato e incoraggiato, ma soprattutto a mio zio don Graziano che due anni fa ci ha lasciato proprio in montagna“.

Un viaggio che non è impossibile: “Tutt’altro, non è necessario essere super atleti. Certo non bisogna nemmeno essere sprovveduti: servono allenamento, determinazione, la giusta pianificazione e un forte spirito di adattamento alle situazioni che di volta in volta si presentano lungo il cammino. Penso ai chilometri percorsi in Liguria e nel Carso Triestino dove è stato difficile trovare acqua, ho dovuto dosare con attenzione questo bene prezioso e quindi, banalmente, bere diventava molto più importante che lavarsi. In un viaggio del genere, però, fa parte del gioco. Sicuramente è un’esperienza che possono fare in tanti”.

Angelo Rusconi e il suo viaggio sul confine delle Alpi
Rifugio Genova Figari, Alpi Marittime

Il tratto più significativo di un’esperienza del genere, ovviamente, è quello che ti lascia: “A livello personale sicuramente ho ricevuto tanto coraggio per affrontare le sfide quotidiane con uno slancio rinnovato e per ‘dare del tu’ alla vita. Poi c’è l’aspetto legato alla bellezza che non sta solo nella natura o nella montagna in quanto tali, ma nell’interazione con l’uomo chiamato a creare un’alleanza volta a proteggere e preservare la natura ma anche, partendo dalla natura stessa, creare nuova bellezza”.

La mente del giovane valmadrerese sta già pensando a nuovi viaggi: “Le idee certamente non si fermano perché il desiderio, ogni volta, sopravanza qualsiasi realizzazione. In questo momento, però, mi è rimasta tanta voglia di raccontare la marea di bellezza di questo viaggio per entusiasmare quanta più gente possibile e, perché no, creare una nuova scintilla”.