
CALOLZIO – “Se le tasse locali aumentano non è certo colpa dei degli enti locali in generale e dei comuni in particolare”. Così il senatore leghista calolziese Paolo Arrigoni interviene sul taglio di quasi il 70% dei trasferimenti statali sul territorio lecchese da parte dello Stato centrale.
“I media, per denigrare il federalismo, sostengono che la tassazione degli enti locali è aumentata a dismisura con l’addizionale Irpef, con l’Imu, con la Tari e, buon’ultima, con la Tasi. Ma se i sindaci sono costretti a fare gli esattori per conto dello Stato è proprio perché Roma trattiene le tasse di noi cittadini e delle imprese, soprattutto quelli virtuosi del Nord”, rincara la dose Arrigoni. E l’Imu sui capannoni, tassa locale, va tutta allo Stato!
A operare i maggiori tagli sono stati, in particolare, gli ultimi governi: “Quello Renzi anche per finanziare il bonus degli ottanta euro e, a ritroso, gli esecutivi Letta e Monti. Nell’ultimo anno gli enti locali hanno contribuito con quasi un miliardo di euro alla diminuzione del debito pubblico quando, contemporaneamente, lo Stato centrale dava il suo “apporto” per aumentarlo per quasi 14 miliardi di costi dei ministeri e degli apparati centrali”.
Quanto alla ratio, Arrigoni evidenzia come “non è possibile continuare con i tagli lineari ai comuni: è necessario passare ai costi standard che sono a tutti noti, ma che Renzi non ha il coraggio di applicare per evitare la sollevazione del centro e del sud dove la maggior parte dei comuni sceglie la strategia della… cicala. L’Anci, guidata da Piero Fassino, deve insistere sui costi standard per tutelare i comuni virtuosi e non fare gli interessi del premier che è suo leader di partito”.

RADIO LECCOCITTÁ CONTINENTAL



































