Boschi a Lecco, il “sì” degli imprenditori al referendum

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LECCO – “Non voteremo per il Governo, per il partito o per lo scenario politico, si voterà per il Paese che vogliamo costruire insieme, per l’Italia che ci sarà tra trent’anni e non alle prossime elezioni. Questa è una responsabilità enorme per ognuno di noi ma anche un’opportunità straordinaria. Insieme possiamo scrivere una nuova pagina del nostro bellissimo Paese”.

Maria Elena Boschi si è rivolta ai lecchesi, al pubblico che ha gremito Sala Don Ticozzi sabato mattina per accogliere l’arrivo del ministro per le Riforme Costituzionali, a Lecco per sostenere il “sì” al referendum sulla riforma che andrà a modificare la carta costituzionale. A fare gli onori di casa è stato Vittorio Addis, coordinatore del comitato nato per supportare le ragioni di un voto favorevole alla consultazione referendaria. Accanto a lui, al tavolo dei relatori, gli onorevoli del PD Gianmario Fragomeli e Veronica Tentori, insieme al consigliere regionale democratico Raffaele Straniero.

 

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In sala esponenti politici, cittadini e imprenditori, rappresentanti delle associazioni datoriali che hanno preso una netta posizione a favore della riforma costituzionale: Api e Confindustria, Confartigianato e Coldiretti, la Camera di Commercio hanno espresso con convinzione il proprio appoggio al Governo sul provvedimento. “Stabilità, tempi certi nell’iter legislativo, semplificazione e trasparenza, superamento delle contrapposizioni tra leggi statali e regionali” sono gli obiettivi che il mondo imprenditoriale lecchese vede in questa riforma.

 

Al centro il ministro Boschi, a sinistra Vittorio Addis e a destra l'on. Gian Mario Fragomeli
Al centro il ministro Boschi, a sinistra Vittorio Addis e a destra l’on. Gian Mario Fragomeli

 

“Percorrere il cammino delle riforme significa guardare avanti” ha sottolineato il presidente dell’ente camerale e degli artigiani, Daniele Riva, che ha descritto al ministro il quadro economico lecchese, fatto soprattutto di piccole medie imprese, 33 mila in tutto, con un export cresciuto lo scorso anno del 9% e la presenza “virtuosa” dal campus universitario. “Gli imprenditori auspicano che da questa riforma possa esserci una semplificazione e più trasparenza nell’azione amministrativa”.

Daniele Riva, presidente della Camera di Commercio e di Confartigianato
Daniele Riva, presidente della Camera di Commercio e di Confartigianato

 

Per API Lecco occorrono “chiarezza nell’attribuzione delle funzioni dello Stato, per superare quei contenziosi con le Regioni che tanto hanno creato ritardi anche a scapito dell’economia e delle imprese – ha spiegato il presidente Luigi Sabadini – e certezza nei tempi di approvazione delle leggi, serve uno Stato snello ed efficiente”.

“Stabilità” è invece la parola d’ordine per Confindustria, “perché un contesto stabile e chiaro può attrarre maggiori investimenti dall’estero” mentre Coldiretti ha insistito sulla necessità di accorciare i tempi degli iter legislativi.

 

Il presidente di Api Luigi Sabadini, al tavolo Raffaele Straniero e l'on. Veronica Tentori
Il presidente di Api Luigi Sabadini, al tavolo Raffaele Straniero e l’on. Veronica Tentori

 

Anche la Cisl sosterrà il “sì”, pur lasciando libertà di voto ai propri iscritti. “Vogliamo che scelgano liberamente ma che valutino attentamente la posta in gioco. Per questo faremo delle iniziative di approfondimento. Non è una riforma da 10 e lode – ha sottolineato la segretaria Rita Pavan – ma dopo trent’anni va bene anche un 7 più”.

Il sindaco Brivio ha parlato di “ultima occasione” per dare un assetto più chiaro ai livelli decisionali dello Stato, ribadendo la questione dei conflitti tra leggi dello Stato e delle Regioni. Una riforma che è “una rivoluzione” per il presidente della Provincia, Flavio Polano, “pur non perfetta – ammette – ma in Italia non le riforme non sono mai nate perfette”.

 

L'intervento del sindaco Virginio Brivio
L’intervento del sindaco Virginio Brivio

 

Tutti concetti ribaditi dal ministro, la quale ha subito precisato che la riforma non andrà a toccare la prima parte della Costituzione, quella dei principi fondamentali, “ma consentirà di attuarli affinché ci sia un funzionamento migliore dello Stato”.

Solo la Camera dei Deputati sarà legittimata a ritirare la fiducia all’esecutivo “e questo eviterà al Governo di dover contrattare” con il Senato per la sua stabilità; meno potere legislativo alla Regioni, per superare le contrapposizioni con il Parlamento; un Senato “cerniera tra potere centrale e locale” e poi “il taglio di un terzo dei parlamentari, cosa che in trent’anni nessuno aveva mai fatto prima”.

“C’è una classe politica che mette al primo posto il bene delle istituzioni e del Paese – ha sottolineato il ministro Boschi – dopo due anni di lavori in Parlamento ora la riforma è nelle vostre mani, tocca a noi tutti decidere se farla diventare realtà o lasciarla nel cassetto. Abbiamo l’occasione straordinaria di essere noi, tutti insieme, protagonisti di questa scelta”.

Il ministro Maria Elena Boschi
Il ministro Maria Elena Boschi