Caso Silvia Romano, a destra c’è chi si smarca e condanna le polemiche
Beppe Mambretti: “Non va giudicata la ragazza, ma anche nel governo c’è chi ha sbagliato”
LECCO – “Sono infastidito da tutte queste polemiche, si sta affrontando la vicenda ad un livello veramente basso. Personalmente prendo le distanze da tanta bassezza”.
A parlare del ritorno di Silvia Romano e dell’ignobile gogna a cui la giovane è stata sottoposta al suo ritorno in Italia, è Beppe Mambretti, esponente della destra lecchese, con una storia politica iniziata nel MSI e proseguita in AN, poi Pdl, La Destra e oggi nella civica Lecco Merita di Più.
I suoi commenti, pubblicati sui social, si distinguono nettamente da quelli di alcuni volti più o meno noti sul territorio, della vicina area politica, che invece hanno proposto messaggi sprezzanti contro la giovane convertita all’Islam e sul pagamento del riscatto ai suoi rapitori.
“E’ una vicenda che spacca le coscienze – ci spiega – Personalmente credo che la vita non abbia prezzo e mi domando dove siano stati fino ad ora tutti quelli che si accorgono solo oggi che i riscatti si pagano ai terroristi, in passato non mi risulta siano mai stati pagati riscatti alla Caritas o ad associazioni umanitarie. C’è poi la logica dell’aiutiamoli a casa loro, però se qualcuno lo fa per davvero allora gli si dice ‘era meglio che stavi a casa tua’. Ma fare volontariato è una vocazione e dove ti chiama tu vai”.
Il volontariato è una vocazione
Lo sa bene lo stesso Mambretti, testimone di un’esperienza di volontariato che in tanti anni lo ha portato prima in Bosnia e in Romania per tornare in Italia, a Milano, per poi impegnarsi nuovamente all’estero, in Tanzania dove, con l’associazione ‘La Carovana del Sorriso’, ha aperto un orfanotrofio per assistere i più piccoli.
“Io non giudico chi decide di fare volontariato vicino o lontano da casa – spiega – in questi giorni di quarantena con l’associazione ci siamo dati da fare a Lecco per fare consegne a domicilio di alimenti e farmaci”.
“Ho iniziato a fare volontariato spinto dalla voglia di restituire, in qualche modo, il tanto che avevo ricevuto dalle persone – racconta Mambretti – In Africa c’è la mia seconda famiglia 25 bambini che, grazie al sostegno di tanti italiani, possono andare a scuola, possono essere curati se malati. Abbiamo costruito attorno all’orfanotrofio un piccolo villaggio per dare loro una vita degna di tale nome. Tutti sono accolti, non si fa differenza tra fedeli di religioni diverse, perché questo è il pensiero cristiano”.
Silvia strumentalizzata anche dal Governo
“Quello che mi fa arrabbiare della vicenda di Silvia Romano è anche la strumentalizzazione che è stata fatta, prima con la sua foto postata con il simbolo del PD da un membro del Governo, poi per quell’abito indossato al suo arrivo in Italia – dice Mambretti – c’è un cerimoniale previsto anche in occasioni come questa, avrebbero potuto trovare un’alternativa rispettosa della sua nuova fede religiosa anziché quell’abito, simbolo dei soprusi patiti dalle donne in Somalia”.
“Non giudico questa ragazza, non ha nessuna colpa in questa vicenda. Riguardo alla sua scelta di abbracciare una nuova religione, non sappiamo come abbia affrontato questa conversione – prosegue Mambretti – maturata in un contesto di prigionia in mano agli jihadisti. I tanti commenti che ho letto in questi giorni credo siano dovuti ad un esasperazione sociale che c’è nel nostro Paese, ma dobbiamo saper scindere sempre le cose”