Ieri sera, giovedì, il consiglio comunale si è aperto nel ricordo di Giulia Cecchettin e di tutte le donne vittime di violenza
A intervenire poi in aula la consigliera Patrizia Riva, il capogruppo di maggioranza Alessandro Vanotti e la consigliera Norma Maggioni
MERATE – Si è aperto con un minuto di silenzio in ricordo di Giulia Cecchettin e di tutte le donne vittima di violenza il consiglio comunale convocato ieri sera, giovedì, a Palazzo Tettamanti.
A prendere parola per prima, trascorsi i sessanta secondi di silenzio, la consigliera di Cambia Merate Patrizia Riva che ha voluto declamare i versi della poesia “Mamma non piangere le mie ceneri” della poetessa Cristina Torre Cáceres, diventata virale dopo la brutale uccisione della ragazza veneta da parte dell’ex fidanzato. “Dentro questa poesia c’è tutto quello che una donna può sentire – ha precisato Riva, da anni attiva in città, nell’ambito del gruppo di associazioni Ora Basta che sabato promuoverà un flash mob contro la violenza sulle donne, sul fronte della sensibilizzazione della parità di genere – . Parla del dolore e ella rabbia che noi donne proviamo quando una di noi viene uccisa”.
Anche il capogruppo di maggioranza Alessandro Vanotti è intervenuto sottolineando come i femminicidi, il cui numero aumenta purtroppo, giorno dopo giorno, in maniera implacabile, siano frutto di una cultura patriarcale: “Qualcosa deve cambiare, in primis la cultura della nostra società. L’amore non è mai possesso, violenza e sopraffazione. Famiglia, scuola, società devono attivarsi in questa direzione e non a caso il governo parla della necessità di introdurre l’educazione sentimentale”.
Nel dibattito si è inserita anche la consigliera Norma Maggioni (Più Prospettiva) che, analizzando la vicenda di Giulia, “l’ennesima donna uccisa perché inascoltata”, ha voluto allargare il discorso a una riflessione più personale, “come donna al pari di altre quattro colleghe di questo consiglio”. Ricordando il proprio impegno amministrativo e associativo, Maggioni ha rimarcato come, “a volte, può bastare anche una infelice espressione per mortificarci, per ridurci in un angolo, per ricordarci che siamo goffe, silenti e anche incapaci di svolgere un ruolo pubblico. Questa è violenza, certo non fisica, ma morale che prende le viscere e ci fa piangere proprio come quelle donne che vengono picchiate o rinchiuse in casa”.
La consigliera, tacciata più volte di non intervenire mai durante i consigli comunali, ha continuato con fermezza il discorso: “L’esposizione alla mortificazione è l’essenza stessa della violenza, ovvero della sopraffazione gratuita finalizzata esclusivamente all’affermazione di una supremazia da big Jim destinata a sgonfiarsi un secondo dopo la sua stessa comparizione. Non mi aspetto applausi, né tanto meno elogi, ma la solidarietà quella ce la meritiamo tutte noi sia in questo consiglio comunale che nella nostra stessa società perché nessuno deve sentirsi legittimato a denigrarci”.
Un discorso accorato, a cui il sindaco Massimo Panzeri ha risposto rivolgendo alla consigliera di maggioranza la solidarietà per gli “attacchi gratuiti ricevuti nei giorni scorsi” (il riferimento, tra l’altro, è al recente tesseramento in Fratelli d’Italia, ndr).