Caso Italcementi, mozione congiunta in Consiglio provinciale: “Tutelare la salute”

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La mozione verrà discussa lunedì 24 luglio durante il consiglio provinciale

A preoccupare i sindaci del territorio è la richiesta di rivedere l’Aia (autorizzazione integrata ambientale) per aumentare i rifiuti da bruciare per produrre cemento

LECCO – Il caso Italcementi approda anche in Consiglio provinciale. Lunedì, durante la seduta convocata alle 18.30 a Villa Locatelli, verrà discussa infatti la mozione presentata dai tre gruppi consiliari per dare mandato alla presidente della Provincia Alessandra Hofmann di attivarsi affinché vengano sentite anche le ragioni e le preoccupazioni dei lecchesi in merito alla richiesta, avanzata dalla multinazionale con sede a Calusco, di poter innalzare fino a 110mila tonnellate, la quota di rifiuti non pericolosi da bruciare per la produzione del clinker.

Un argomento sentito, soprattutto nel Meratese, l’area limitrofa all’impianto di produzione del cemento situato appena al di là dell’Adda, tanto che non più di un mese fa era stata promossa una assemblea pubblica per spiegare le ragioni dei timori e delle preoccupazioni dei sindaci del Meratese. Presente per l’occasione anche il consigliere provinciale Stefano Simonetti che proprio in quell’occasione aveva anticipato la volontà della Provincia di unirsi al protocollo d’intesa Italcementi creato dalla stragrande maggioranza dei Comuni cintura.

L’incontro a Merate con i sindaci di Imbersago e Paderno e l’ex primo cittadino di Verderio

Quella promessa diventerà ora realtà grazie alla mozione sottoscritta dai capogruppo dei tre gruppi consiliari in Provincia, ovvero Giovanni Ghislandi, capogruppo “Civici per la Provincia”, Fabio Pio Mastroberardino della “Casa dei Comuni – Hofmann Presidente” e Paolo Lanfranchi de “La Provincia territorio bene comune”.

Un testo lungo e corposo, in cui dopo aver riepilogato la quesitone e aver citato il parere del dottor Fabrizio Bianchi, già dirigente del settore epidemiologia, biostatistica e ricerca sui servizi sanitari del CNR di Pisa, che ha evidenziato la mancanza di uno studio sanitario in grado di fotografare la situazione sanitaria attuale della popolazione, si chiede di “non trascurare nel procedimento di modifica dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (A.I.A.) tutte le criticità già sollevate dai Sindaci in sede di Conferenza di Servizi della procedura Valutazione d’Impatto Ambientale, impegnandosi a partecipare nella maniera più qualificata ed efficace possibile a tutto il procedimento di modifica sostanziale dell’A.I.A. e garantendo nel contempo tutto il sostegno politico, tecnico ed economico alle iniziative sull’argomento promosse dai Comuni del Meratese e da altri Comuni interessati”.

Non solo, nel documento si ribadisce la necessità di uno studio di approfondimento sulla salute in ambito micro-geografico, con particolare attenzione ai recettori sensibili, alle fasce di popolazione suscettibili e vulnerabili con la realizzazione, tramite il coinvolgimento di Ats Brianza e Bergamo, di uno studio epidemiologico-ambientale di “coorte”, residenziale e “retrospettivo” (ante-operam) o, in alternativa, uno studio epidemiologico analitico retrospettivo di tipo “caso-controllo”, al fine di arricchire il quadro conoscitivo, fornendo in prospettiva un riferimento comparativo più appropriato poiché basato sul medesimo disegno di studio previsto per lo scenario postoperam.

Richieste corredate anche dall’impegno a valutare e mettere in campo “ogni azione
amministrativa, sanitaria, accertativa, giudiziale e politica per la difesa della salute dei cittadini del territorio provinciale di Lecco” coinvolgendo in questa “battaglia” , oltre che a tutti i Comuni delle Province di Lecco, Bergamo e Monza e Brianza, ai parchi e associazioni potenzialmente interessati dalle ricadute negative del progetto.

QUI IL TESTO DELLA MOZIONE CONGIUNTA