
LECCO – Lo scorso giugno aveva sfidato Virginio Brivio per il “trono” di sindaco, conquistando a sorpresa il ballottaggio e riuscendo a scavalcare e anche il super favorito Lorenzo Bodega, ma nel 2016 il suo impegno in Comune terminerà: Alberto Negrini è deciso a rassegnare le dimissioni dal ruolo di consiglio comunale, “ma se fossi stato eletto sindaco – spiega – avrei cambiato davvero questa città”.
Un addio non ancora formalizzato, il consigliere attendeva la prossima convocazione in aula per spiegare ai colleghi la sua scelta ma il consiglio potrebbe riunirsi non prima di fine gennaio ed è probabile che le sue dimissioni giungano prima.

“Ci sono diverse motivazioni che mi hanno spinto a questo punto – sottolinea Negrini – quando mi sono candidato ho fatto delle scelte personali, ho lasciato la conduzione della mia attività commerciale perché non sarebbe stato possibile fare il sindaco e lavorare 12/14 ore in negozio. Sfumata l’elezione, oggi cerco di far coesistere l’attività da consigliere e il lavoro, con molta difficoltà e non riuscendo a svolgere il mio compito istituzionale al massimo delle possibilità, come vorrei fosse. Accanto a questo c’è l’evidenza di essere solo in aula nel portare avanti le mie idee, contro una maggioranza che ha scelto la strada dell’autonomia e non del dialogo, ininfluente contro una burocrazia politica di regole, norme e vincoli che impedisce di confrontarsi davvero sui temi di interesse per la città”.
Così, dopo le elezioni, Negrini ha sentito calare il sipario su di lui: “Durante la campagna elettorale ho ricevuto tante pacche sulle spalle, solo oggi tanti mi chiamano per chiedermi di ripensarci, altri invece, dandomi ragione, di riprendere altri progetti che avrei voluto realizzare da cittadino. Credo che sarà questo quello che farò dopo le mie dimissioni: rimarrò nella società lecchese, magari riuscirò a costruire iniziative e movimenti di pensiero più forti all’esterno del palazzo anziché all’interno, dove ho conosciuto quel tipo di politica che non piace ai cittadini. L’unico rimpianto è quello di non aver vinto le elezioni perché sarei stato in grado davvero di cambiare volto a questa città. Restare in Comune oggi, invece, è una cosa completamente diversa”.

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