Nell’anno 2007 la Tecno Habitat viene incaricata dall’allora Amministrazione Faggi di predisporre il “piano di caratterizzazione e analisi di rischio” relativamente al Centro Spotivo Bione; nel giugno 2009 viene finanziato il “Piano di Caratterizzazione Piscina polifunzionale” affidato all’Arpa; nel novembre 2010 (Amministrazione Brivio) sempre all’Arpa viene assegnato il compito di svolgere ulteriori analisi: “Piano di Caratterizzazione centro sportivo – incarichi professionali”.
La soluzione del “grande problema Bione” sembrava poter giungere con la Conferenza dei Servizi convocata giovedì 8 settembre; del resto la risposta data dell’assessore ai Lavori Pubblici Francesca Rota in un recente Consiglio comunale alla minoranza del Pdl che chiedeva lumi, lasciava ben sperare: “L’Arpa – infomò la Rota – a breve fornirà i risultati; finora sappiamo che è stata individuata solo la presenza un po’ eccessiva di un metallo”.
A far svanire le speranze di una vicina soluzione è stata la fumata nera dalla Conferenza dei Servizi. L’Arpa “ha richiesto un ulteriore approfondimento delle analisi effettuate e dei dati raccolti”, come recita il comunicato inoltrato nel pomeriggio di giovedì dal comune di Lecco.
Insomma il problema pare si sia ingigantito ulteriormente tramutandosi in un “ginepraio” e la soluzione è sempre più lontana, emblematico il passaggio tratto sempre dalla nota stampa comunale: “la Conferenza dei Servizi è stata aggiornata e sarà convocata nuovamente entro la fine dell’anno”.
Intanto l’Amministrazione Brivio ha deciso di dare vita a un Tavolo Tecnico tra gli enti coinvolti (rappresentanti e tecnici del Comune e della Provincia di Lecco e dell’Arpa) “che garantirà un intenso lavoro nelle prossime settimane per affrontare i punti più complessi della vicenda. Solo al termine di tali lavori – prosegue il comunicato – sarà possibile definire i lavori di bonifica ambientale dell’area del Bione. Fino a quel momento, tutti i progetti che riguardano il Centro sportivo, pur restando finanziati con oltre 3 milioni di euro, non possono in alcun modo proseguire”.
Insomma non c’è ancora luce in fondo al tunnel, le uniche rassicurazione fornite dall’Amministrazione Brivio sono le seguenti: “È precisa volontà dell’attuale Amministrazione comunale, dopo almeno vent’anni di superficialità, mettere mano alla questione in maniera radicale, risolvendo il problema del Centro sportivo e offrendo finalmente ai cittadini lecchesi una struttura sportiva idonea, adeguata e certificata. Per raggiungere questo obiettivo è dunque necessario altro tempo. Il rischio, infatti, è quello di ripetere quanto avvenuto per l’ipotesi della piscina scoperta, progettata e pagata dal Comune ma mai realizzata, poiché mancavano le necessarie verifiche ambientali. Insieme alle procedure propedeutiche alle operazioni di bonifica, gli Uffici comunali stanno provvedendo anche all’aggiornamento delle certificazioni statiche e strutturali del Centro. Allo stato attuale non esistono evidenze di rischio da pregiudicare l’utilizzo del Centro sportivo da parte dei cittadini e la presenza del personale che vi lavora”.