LECCO – Chiesto il processo per 64 ex consiglieri di regionali accusati di peculato nell’inchiesta su rimborsi e “spese pazze” al Pirellone: la richiesta giunge dal procuratore aggiunto di Milano Alfredo Robledo e dai pubblici ministeri Paolo Filippini e Antonio D’Alessio.
L’accusa nei confronti dei politici è quella di peculato, per un totale di 3,4 milioni di soldi pubblici che sarebbero stati spesi illecitamente tra il 2010 e il 2012. Nell’inchiesta compaiono i noti volti di Renzo Bossi, figlio del fondatore della Lega Nord, e Nicole Minetti, ma anche quattro lecchesi: Stefano Galli e Giulio De Capitani della Lega Nord, Giulio Boscagli allora in Forza Italia e Carlo Spreafico del PD.
A quest’ultimo gli inquirenti contesterebbero una lunga lista di rimborsi che svariano da elettrodomestici a generali alimentari, tra i quali il famoso barattolo di Nutella. Intorno al leghista Galli si era invece creato uno scandalo per i 6 mila euro che il capogruppo del Carroccio avrebbe impiegato per il pranzo del matrimonio della figlia messo in conto alla Regione. Al collega De Capitani, che è stato assessore regionale all’Agricoltura , la Procura contesta circa 5 mila euro per materiale di cancelleria, spese telefoniche e pasti al ristorante.
All’ex assessore Giulio Boscagli, invece, viene contestato l’acquisto di tre I-Pad per un valore di 2600 euro.

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