LECCO – Sarà operativo dal primo marzo prossimo il “Progetto per l’individuazione e il trattamento precoce della depressione in gravidanza e nel post partum” , frutto della collaborazione fra l’Associazione “Progetto Itaca” (un gruppo di volontari operativi nel campo del supporto e della riabilitazione di persone affette da disturbi psichiatrici ) e i Dipartimenti di Salute Mentale e Materno Infantile dell’Azienda Ospedaliera della Provincia di Lecco.
Il progetto è finanziato con il contributo della Fondazione della Provincia di Lecco oltre che dall’Azienda Ospedaliera e da soggetti istituzionali e della società civile di Lecco: la Camera di Commercio, il Rotary di Lecco “Le Grigne” e un gruppo di donne imprenditrici lecchesi. È finalizzato alla sensibilizzazione delle donne in gravidanza sul rischio di sviluppare una depressione post partum oltre che alla realizzazione di uno screening per individuarne i potenziali casi su cui intervenire con il necessario trattamento psicologico o psico-farmacologico.
“La depressione postnatale, o meglio definita come depressione post partum – spiega Antonio Lora, Direttore del Dipartimento di Salute Mentale dell’AO – consiste in un vero e proprio stato depressivo che non tende a scomparire spontaneamente: il 50% delle madri non trattate, infatti, risultano essere depresse dopo sei mesi dal parto, mentre il 25% risulta esserlo ancora dopo un anno dalla nascita del loro bambino”.
Oggi, comunque, oltre il 70% delle madri, nei primi giorni immediatamente successivi al parto, manifestano sintomi leggeri di depressione ed episodi di instabilità emotiva, in una forma denominata “baby blues”. È una condizione, questa, che tende a scomparire nell’arco di due o tre settimane.
“Le madri – spiega Rinaldo Zanini, Direttore del Dipartimento Materno Infantile dell’Azienda Ospedaliera – non necessitano dell’ausilio di particolari cure che non siano affidate al buon senso, alla pazienza e all’assistenza di coloro che circondano le donne che ne sono colpite”.
La depressione post partum è invece un disturbo che si presenta con intensità maggiore rispetto al baby blues: “colpisce il 10% delle donne che hanno partorito” ricorda Antonio Lora. Anche in questo caso, aggiunge Zanini, “una buona parte di esse se la cava senza la necessità di un supporto medicalizzato”.
Il fatto è, sottolinea Lora, “che le conseguenze della depressione post-partum sono davvero serie per la madre che incontra molte più difficoltà ad occuparsi del neonato e del resto delle sue attività, in casa e sul lavoro. Sono conseguenze che riguardano anche il bambino, che è meno coinvolto nella relazione con la madre e che, crescendo, può sviluppare problemi emotivi, anche significativi. A soffrire – continua Lora – non è solo la coppia madre-bambino ma l’intero nucleo familiare per le difficoltà relazionali che nascono tra i due genitori”.