LECCO – Pubblicato sulla rivista americana Plos One un articolo relativo ad uno studio coordinato dall’Ospedale Manzoni, in particolare dalla Struttura di Medicina, che ha coinvolto oltre a quelle di Lecco, anche le Aziende Ospedaliere di Pavia, Mantova, Varese, il Niguarda e le rispettive ASL di riferimento.
La rivista, la cui testata è l’acronimo di Public Library of Science, una iniziativa partita da alcuni prestigiosi ricercatori per rendere disponibile universalmente la ricerca scientifica. I contributi più innovativi in campo medico vengono, una volta accettati per la loro validità, resi pubblici in rete “open access” ( cioè, con accessibilità universale da parte di qualsiasi lettore).
Lo studio, che ha coinvolto 2000 pazienti, si propone di valutare l’utilità diagnostica di una apparecchiatura ecografica tascabile, delle dimensioni di un I-phone, e la sua capacità di ridurre l’utilizzo di ulteriori esami per arrivare alla diagnosi .
“Nei due terzi dei pazienti interessati – spiega Agostino Colli, direttore del Dipartimento di Area Medica dell’Azienda Ospedaliera – il medico che ha utilizzato l’ecografo portatile al letto del paziente, per indagini che hanno interessato principalmente addome e torace, ha ritenuto il suo impiego sufficiente a rispondere ai quesiti posti per la definizione diagnostica del caso . Solo nel 37% dei pazienti il clinico ha ritenuto necessario fare ricorso ad ulteriori esami che, almeno nella maggioranza dei casi, hanno confermato quello che l’ecografo portatile aveva già rilevato. Quindi questa apparecchiatura – aggiunge Colli – sembra in grado di migliorare la capacità diagnostica del medico al letto del paziente , riducendo il ricorso ad ulteriori indagini .”
Lo studio, coordinato dall’Ospedale di Lecco, sarà presentato al Congresso Europeo della Malattie del Fegato, a Vienna, il prossimo 25 aprile. Vale la pena ricordare che l’analisi era stata commissionata , a suo tempo, da Regione Lombardia ed è stata realizzata tra il giugno 2012 e il dicembre 2013.
L’articolo su Plos One è firmato oltre che da Agostino Colli anche da altri collaboratori del primario. Un contributo significativo è stato dato , fra gli altri, da due giovani dottoresse Alessia Riva ed Elena Redaelli, impegnate entrambe nella Struttura di Medicina di via dell’Eremo.
Attualmente, tutti i medici della Struttura hanno in dotazione l’apparecchiatura tascabile e la usano quotidianamente nella propria attività ospedaliera.