LECCO – Durante il mese di dicembre è iniziato un complesso processo di riorganizzazione che andrà a regime nel corso del prossimo mese di gennaio e che vedrà confluire presso il Dipartimento di Medicina Trasfusionale ed Ematologia dell’ Azienda Ospedaliera di Lecco importanti attività di medicina trasfusionale per un’area che comprende , oltre alla provincia di Lecco anche quella di Monza e Brianza e Sondrio.
Infatti, all’ospedale Manzoni è stato collocato l’”hub” trasfusionale che accentrerà le attività svolte dai centri “spoke” ubicati presso gli ospedali San Gerardo di Monza , di Desio e Vimercate, della Valtellina e della Valchiavenna, per quanto concerne la validazione (cioè lo screening per le malattie trasmissibili e la determinazione dei gruppi sanguigni) e la lavorazione (cioè la produzione di unità di globuli rossi, plasma e piastrine, a partire da donazioni di sangue intero).
“L’Accordo Stato Regioni del 16 dicembre 2010 – spiega Daniele Prati , Direttore del Dipartimento di Medicina Trasfusionale – ha ridefinito i requisiti minimi strutturali, tecnologici e organizzativi riguardanti il sistema trasfusionale. Come tutte le altre regioni italiane, anche la Lombardia è stata chiamata ad adeguarsi a tali nuovi requisiti e nel farlo si è posta anche ulteriori obiettivi: fra questi, quello di razionalizzare le attività e le relative risorse attraverso l’accentramento di attività, mantenendo , al contempo, l’autosufficienza e la sicurezza raggiunti in questi anni a livello regionale”.
“Il modello riorganizzativo – continua Prati – è stato ideato per portare, grazie all’accentramento delle attività di validazione e lavorazione, una serie di vantaggi a livello economico, ma anche nell’articolazione delle risorse umane, nell’utilizzo degli spazi e delle risorse tecnologiche per la conservazione e la distribuzione del sangue e dei suoi componenti”.
L’hub di Lecco è uno dei nove collocati sul territorio regionale, che sono stati scelti in base ai volumi di attività (la scomposizione di almeno 40 mila unità di sangue intero e un’attività di validazione biologica compresa tra 70 e 100 mila unità all’anno), alla qualificazione delle strutture e alla popolazione di riferimento. Gli altri sono collocati presso le Aziende Ospedaliere Papa Giovanni XXIII di Bergamo, Spedali Civili di Brescia, Istituti Ospedalieri di Cremona, Guido Salvini di Garbagnate Milanese, Ca’ Granda Niguarda di Milano, Ospedale di Circolo Fondazione Macchi di Varese; gli IRCCS Ca’ Granda – Ospedale Maggiore Policlinico di Milano e Policlinico San Matteo di Pavia.
Quello di Lecco sarà l’hub più grande della Lombardia: saranno infatti validate e lavorate circa 100.000 donazioni di sangue all’anno, il triplo dei livelli attuali di attività. “Per questo – aggiunge il Direttore di Medicina Trasfusionale – attraverso una deroga regionale al blocco degli organici sono stati assunti, attraverso bandi di incarico e/o mobilità interaziendale, 9 tecnici di laboratorio biomedico”.
Di più: un finanziamento regionale di circa 800.000 euro ha consentito la realizzazione di lavori di ristrutturazione dei locali e di acquisizione della strumentazione necessaria alla validazione, lavorazione e conservazione e trasporto , a temperatura controllata , delle donazioni.
La creazione dell’hub trasfusionale di Lecco rappresenta un importante riconoscimento per l’Azienda Ospedaliera, che grazie anche al supporto delle associazioni di donatori presenti sul territorio (AVIS e ALDE) ha sempre garantito elevati livelli assistenziali in ambito trasfusionale.
“Le opportunità di crescita per i prossimi anni – puntualizza Prati – non saranno però limitate alla clinica. Questo risultato prepara il terreno anche per iniziative di ricerca clinica e di sviluppo, da sempre un requisito irrinunciabile per mantenere elevati livelli assistenziali”.