LECCO – Nel lecchese si è celebrata tra giovedì e venerdì la Giornata Nazionale dei Donatori di Sangue, fissata per il 14 giugno, e l’Avis provinciale di Lecco è scesa in campo regalando un fiore agli utenti dell’ospedale di Lecco.
“Un fiore gratuito, come simbolo del dono del sangue, per sensibilizzare le persone e promuovere cultura della donazione” spiega il presidente di Avis Lecco, Bruno Manzini.
“Lo scorso anno i donatori in provincia di Lecco sono cresciuti a 15.500 persone, iscritte alle 19 Avis comunali. Un incremento che va a migliore la già positiva situazione, in termini numerici, di donatori in provincia anche in confronto con altri territori lombardi”.
Come riferisce lo stesso presidente provinciale, lo scorso anno presso gli ospedali di Lecco e Merate sono state raccolte 30 mila sacche di sangue, in leggero calo rispetto al 2013 perché, spiega Manzini, era stato già raggiunto un certo livello di autosufficienza e quindi le donazioni per qualche tempo sono state limitate”.
“Ora però la Lombardia ha bisogno ancora di sangue e quindi se ne sta raccogliendo tutti i giorni però ci sono dei problemi perché la situazione di crisi delle aziende rende problematico ai lavoratori usufruire del permesso per assentarsi, così tanti chiedono di donare il sabato”.
I problemi a cui si riferisce il presidente Avis nascono dal fatto che da qualche mese l’azienda ospedaliera sarebbe stata costretta ad uno stop dei prelievi proprio al sabato, giorno oggi maggiormente richiesto dai donatori:
“Siccome l’ospedale di Lecco è diventato capo area della validazione sangue raccolto anche Sondrio e a Monza, da gennaio le sacche raccolte a Lecco sono diventeranno quasi 100 mila e con il personale non sufficiente, il centro trasfusionale il sabato non riesce a garantire sia i prelievi che la validazione delle sacche che giungono da fuori provincia”.
Una situazione che per AVIS va risolta al più presto. “Stiamo trattando con l’azienda ospedaliera e speriamo di riuscire a trovare una soluzione. Da parte nostra abbiamo messo a punto un progetto, anche con il nostro intervento economico, per avere un minimo di personale in più”.
Manzini pensa a delle borse di studio per retribuire gli addetti, per una spesa che ricadrebbe sull’associazione per circa 20 mila euro l’anno.
“Nella nostra provincia abbiamo un patrimonio donatori che ci invidiano in tanti e sarebbe un peccato sprecarlo – conclude – Per gli stretti bisogni locali il sangue raccolto è sufficiente ma gli ospedali milanesi sono in difficoltà e il sangue raccolto a Lecco va a Milano ma anche in Sardegna per curare L’anemia mediterranea. E’ una questione anche di sicurezza: il sangue raccolto in Italia da donatori periodici danno garanzie migliori rispetto a quello importato da altri Paesi del quale non conosciamo la modalità di raccolta”.