Campagna Emergenza Bosnia: la solidarietà come concreta azione politica

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spazio condiviso bosnia

Oltre 1100 imballi e 35 bancali di beni raccolti e quasi 8 le tonnellate di generi alimentari

“Una risposta concreta alle drammatiche testimonianze che ci arrivavano da Bihać”

CALOLZIOCORTE – “Venerdì 8 gennaio 2021 abbiamo lanciato, come Spazio Condiviso, Mir Sada e Qui Lecco Libera, la campagna Emergenza Bosnia. Una risposta, concreta, alle drammatiche testimonianze che ci arrivavano da Bihać, dove il 23 dicembre scorso un incendio ha distrutto parte del campo di Lipa, obbligando le persone lì ospitate a riversarsi all’esterno del campo, nel cantone di Una-Sana, senza prospettiva di ospitalità, cure mediche ed accesso al cibo e all’acqua”.

Il focus sulla rotta balcanica è parte integrante del lavoro di supporto, ricerca e azione che, attraverso RiVolti ai Balcani, Spazio Condiviso compie da anni, con interventi mirati e viaggi nei luoghi di maggior transito di migranti: Sid (Serbia), Velika Kladusa (Bosnia Erzegovina) e Trieste.

“Grazie alle relazioni costruite e intessute sul nostro territorio e non solo, la Campagna ha raggiunto risultati importanti. Con oltre 1100 imballi e 35 bancali di beni raccolti (scarponcini, sacchi a pelo e giacche su tutti), sono quasi 8 le tonnellate di generi che sono stati stoccati presso il magazzino della Calisped srl di Bosisio Parini, società di trasporto che ha supportato le realtà lecchesi impegnate nella raccolta – dicono i volontari e le volontarie di Spazio Condiviso -. Un importante carico di solidarietà che si appresta a partire alla volta della Bosnia in collaborazione con No Name Kitchen, organizzazione che da anni supporta i migranti lungo la rotta balcanica”.

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Durante la prossima settimana si concluderà l’organizzazione del trasporto internazionale, in modo che il carico possa sopraggiungere il prima possibile nella penisola balcanica e mitigare, almeno in parte, gli effetti del gelido inverno di chi si appresta a tentare il game per entrare nella “fortezza Europa”.

“Se non fosse stato per il grande e instancabile lavoro dei volontari e delle volontarie, non saremmo riusciti a centrare un obiettivo così importante in un solo mese. Ci teniamo a ringraziare i nostri “compagni di viaggio” che si sono spesi nella raccolta: le parrocchie di Ambivere, Mapello, Valtrighe e Villaggio (di Bergamo), incontrate durante le iniziative della rete #IoAccolgo di Bergamo; il circolo Arci Mille Papaveri Rossi di Chiavenna (So), il G.A.S. di Merate, il Collettivo Venerdì sera sono al Libero di Lecco, le realtà aderenti al progetto Diritti in Circolo e gli storici partner L’Altra Via, Associazione Comunità il Gabbiano odv e tutte le singole persone che a titolo personale hanno voluto contribuire donando i beni richiesti”.

Ci rendiamo conto che la “finestra” mediatica aperta dalla stampa main stream sulle vicine vicende del confine orientale – soprattutto in merito all’illegittimità dei respingimenti italiani in Slovenia e al blocco da parte della polizia croata ai danni di quattro euro-parlamentari italiani – abbia giocato un ruolo chiave anche per la nostra piccola azione di solidarietà. Cionondimeno riteniamo importante aver saldato ulteriormente rapporti solidali che ci renderanno più facile la diffusione di notizie anche quando l’afflato mediatico sarà tornato alla “muta” normalità. Concludiamo così le azioni di gennaio che ci hanno visto impegnati su diversi fronti, vicini e lontani, sempre con un’elevata attenzione nei confronti degli ultimi, a prescindere che essi siano lecchesi, lombardi, italiani, siriani, pakistani o afghani. Questa è la nostra politica, questo è il nostro modo di incidere nel gelido inverno che sta attraversando la democrazia di questo paese e dell’Europa intera”.