Nelle prossime settimane un bando per individuare il progettista
I dubbi dell’opposizione: “Non basta il decalogo delle priorità”
LECCO – In Comune si torna a discutere del Centro Sportivo Bione. Giovedì sera in Commissione IV l’assessore allo sport Emanuele Torri ha aggiornato i consiglieri sull’iter per l’elaborazione di un nuovo progetto di riqualificazione dell’intero centro sportivo dopo il fallimento del project leasing con i privati.
“Quando abbiamo approvato il Bilancio a inizio gennaio è stato proposto un emendamento per stanziare 120 mila euro per uno studio di progettazione del Centro Sportivo – ha ricordato l’assessore – l’iter prevede la pubblicazione di un bando per individuare il progettista. A tal fine abbiamo realizzato una bozza di documento contenente le proposte, sia per le aree esterne che per quelle interne che riteniamo essenziali e che devono necessariamente essere prese in considerazione nel progetto”.
Nel documento sono indicate anche delle funzioni aggiuntive ovvero, come precisato da Torri, “non essenziali almeno al momento, ma che potrebbero sicuramente rappresentare un’opportunità per chi un domani gestirà il centro sportivo. Il nostro obiettivo, che ribadiamo, è rendere il Bione non solo un luogo dove svolgere sport e competizioni a livello agonistico ma anche arricchirlo di spazi di aggregazione sociale, facendolo diventare un centro di innovazione anche dal punto di vista didattico”.
Passati quindi in rassegna gli spazi essenziali all’area esterna: il nuovo Centro Sportivo dovrà avere 3 campi da calcio a 11, uno dei quali utilizzabile anche per il rugby, illuminati, e un magazzino per il deposito di attrezzature; 2 campi da tennis, dei campi da padel (da 2 a 4) e da beach volley, un playground con un campo da basket e calcetto e uno spazio esterno ‘fortemente infrastrutturato per eventi ricreativi di media e grande dimensione’.
Per quanto riguarda gli spazi interni, priorità assoluta alla piscina: “Vorremmo realizzare una vasca principale più grande rispetto a quella attuale, da 25 metri per 16 – ha spiegato Torri – dobbiamo capire cosa sia più conveniente con il progettista, se farne una nuova o sistemare quella esistente. Pensiamo poi ad altre due piscine di dimensioni inferiori da utilizzare per corsi di avviamento al nuoto e della ginnastica in acqua, una sala fitness (almeno) e un palazzetto sportivo con più di 500 posti e la possibilità di ospitare le partire di calcio a 5. Vorremmo valutare l’ipotesi di impiego del palazzetto in modalità polifunzionale anche per attività culturali, ricreative e spettacoli fino a 1.500 posti”.
Previsti anche degli spazi polifunzionali coperti per le associazioni sportive o da affittare, aule studio e uno spazio di ristorazione. Rispetto alle funzioni aggiuntive, indicato uno spazio da adibire a campus dove prevedere aule didattiche, più aree ristorazione e commerciali, spazi di co-working, palestre. L’assessore ha ribadito: “Per noi al momento non sono prioritarie, vanno valutate e aspettiamo indicazioni da parte di chi si occuperà del progetto”.
“Non è una strada che chiude completamente al partenariato pubblico-privato – ha aggiunto Torri – ma è la strada necessaria perché il Comune intervenga con i propri mezzi. Senza un progetto è difficile partecipare ai bandi, in questo modo l’amministrazione potrà fare valutazioni rispetto alle aree da costruire ex novo e ciò che è imprescindibile. Abbiamo sempre detto che se il privato fa proposte non percorribili, il Comune procederà con le proprie risorse e per lotti. E la piscina sarà sicuramente la priorità”.
Nel dibattito sono intervenuti diversi consiglieri, portando dubbi, criticità ma anche suggerimenti: “Questo elenco di ‘desiderata’ per il Bione mi sembra un po’ un passo indietro – il commento di Filippo Boscagli, FdI – la domanda resta sempre la stessa: quando vedremo finalmente il Bione realizzato? Stiamo ancora ipotizzando il futuro del centro sportivo”.
“Io non vorrei che ci siano poche idee e queste idee siano abbastanza confuse – ha aggiunto Corrado Valsecchi (Appello per Lecco) – mi permetto di parlare da tecnico: si mette in coda la questione del finanziamento che invece dovrebbe essere il punto di partenza. Ogni azienda deve partire dalla copertura dei costi, si deve sapere cosa si vuole e quanto si può investire, non basta il decalogo delle priorità che potrebbe costare 20 milioni come 40”. Valsecchi ha poi richiamato il progetto di Finlombarda: “Nel 2019 era stato fatto un monitoraggio, suggerisco di interpellare i tecnici per capire se ha ancora valenza – ha detto – ci stiamo arenando su un progetto di fattibilità fatto su un elenco di priorità, voglio chiedere chiaramente all’assessore Torri quanti soldi il Comune di Lecco mette a disposizione per il progetto del Bione”.
“Anni che parliamo e non si fa niente – ha detto Peppino Ciresa sempre dai banchi dell’opposizione – se bisogna rifare la piscina e il palazzetto benissimo, cerchiamo sponsor tra i privati che ci sono e cominciamo a fare quelli. Evitiamo di buttare via 120 mila euro, di soldi per il Bione ne sono già stati buttati via abbastanza”.
Intervenuto, tra gli altri, anche il capogruppo di Fattore Lecco Saulo Sangalli: “Credo che il documento presentato dall’assessore sia in linea con le scelte amministrative e contenga ciò che vogliamo diventi il Bione. E’ giusto procedere con calma per evitare di forzare decisioni non adeguate, si è scelta una nuova strada che non reputo sia un ‘tornare indietro’ ma guardare piuttosto alle necessità di avere una progettazione che il Bione non ha. Infine, da frequentatore del Centro Sportivo, posso dire che in questi tre anni l’ho visto cambiare più che negli anni precedenti”.
L’assessore Torri ha risposto alle osservazioni della minoranza: “Non posso dire quando vedremo realizzato il nuovo Bione, non è prevedibile. Posso però rassicurare che entro la fine di questo mandato sarà stato fatto un passo mai fatto: avere un progetto. Alla domanda quanti soldi vogliamo mettere, rispondo che prima vogliamo avere un quadro della situazione per valutare quanto investire. Dobbiamo dirci con sincerità che il mondo sportivo in questi ultimi 3 anni è stato fortemente penalizzato e il mercato oggi ci dice che il privato che vuole investire nello sport lo fa con la formula del leasing, ossia un anticipo che il Comune deve restituire negli anni. Una formula che, prendendo ad esempio l’ultima proposta presentata dalla cordata di imprenditori, per noi non è sostenibile”.
L’assessore ha concluso: “Girerei la domanda del consigliere Valsecchi in ‘quanti soldi sono stati messi in passato nel Bione?’. Molto di quello che è stato fatto è stato possibile grazie all’accordo quadro con Regione Lombardia. Dire che non è stato fatto nulla è irrispettoso anche nei confronti di chi ci ha preceduto, ricordo infine che il Comune negli ultimi 3 anni ha messo oltre 300 mila euro nel Bione affinché continuasse a rimanere aperto”.