Il 25 Aprile nel nostro territorio: messaggi, video e immagini dai comuni lecchesi

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LECCO – Un 25 Aprile strano, quello celebrato oggi in tutta la provincia di Lecco. Nessun corteo, nessuna cerimonia partecipata, ma nonostante ciò ogni paese ha voluto ricordare, in forma riservata a causa delle norme imposte dall’emergenza coronavirus, una data che ha profondamente segnato la storia del nostro Paese.

CALOLZIOCORTE

Il video-discorso del sindaco di Calolziocorte Marco Ghezzi.

LA VALLETTA E SANTA MARIA HOE’

La Valletta e Santa Maria Hoè hanno celebrato insieme il 25 Aprile. In rappresentanza dei due paesi i sindaci Efrem Brambilla e Roberta Trabucchi. Al termine della cerimonia i rappresentanti dell’amministrazione comunale hanno fatto visita anche alle tombe dei partigiani Brambilla e milite ignoto russo al cimitero di Rovagnate, al comandante Renato Andreoli a Monte e Giulio Lampugnani a Perego.

OLGIATE MOLGORA

Il sindaco Giovanni Battista Bernocco ha voluto simbolicamente celebrare il 25 aprile nel cortile della Rsa Casa Famiglia, struttura pesantemente colpita dall’epidemia di coronavirus, con la perdita di diversi ospiti. “In queste settimane stiamo vivendo un periodo drammatico di privazioni, di paura e di lutto. Nella nostra storia però ci è già stata indicata la via per resistere, per rialzarci: si tratta di quel senso di appartenenza ad una comunità per il quale ognuno di noi riconosce ciò che è giusto e si prende cura del prossimo, di chi è debole, di chi è diverso o di chi è ammalato. Oggi, più che mai, cerchiamo di vivere questa ricorrenza come un simbolo di rinascita. Lo dobbiamo a quanti abbiamo visto morire, a quelli che hanno sofferto e che stanno soffrendo a causa dell’epidemia. Una nuova liberazione ci attende. Conserviamo sempre il ricordo e gli insegnamenti dei nostri padri costituenti per affrontare con fiducia e speranza anche i giorni più difficili”.

 

GALBIATE

Le celebrazioni del 25 Aprile a Galbiate

 

COLICO

Il messaggio del sindaco Monica Gilardi: “Oggi 25 Aprile 2020 ricordiamo la liberazione del nostro paese, dal buio della storia. 75 anni fa giovani e anziani uomini e donne civili e militari, alleati e partigiani, con fatica, dolore e con la loro stessa vita hanno riconquistato la libertà. Ora noi dobbiamo onorarne la memoria e raccoglierne il testimone per non vanificare il loro sacrificio. oggi è nostro dovere rinnovare più che mai l’impegno diretto a stare uniti, vicini, solidali, ad essere responsabili e rispettosi delle regole. Perché solo se ciascuno fa la propria parte, garantiremo la ripartenza della nostra comunità”.

 

OLGINATE

Il messaggio del sindaco Marco Passoni: “In questo particolare momento, abbiamo pensato di condividere con voi due video, quale degno omaggio a questa importante ricorrenza della storia italiana. Un particolare ringraziamento al Sig. Giampietro Mariani, a Manuel Missana, ai bibliotecari Martina Colnaghi e Andrea Gussoni, alla cooperativa CAEB, alla Compagnia dei Gelosi, ai ragazzi delle classi terze della Scuola Media e ai loro insegnanti per il prezioso contributo offerto per la realizzazione dei video. ‘LA LIBERTA’ E’ COME L’ARIA: CI SI ACCORGE DI QUANTO VALE, QUANDO COMINCIA A MANCARE’ Piero Calamandrei”.

MANDELLO

Il messaggio del sindaco Riccardo Fasoli: “E’ spettrale commemorare il 25 aprile in solitudine. Questa situazione ci darà però forse tempo per riflettere in una giornata di festa che, con il bel tempo, ci avrebbe portato al mare o in montagna. Un momento di riflessione a 75 anni di distanza da quella liberazione ottenuta con il sacrificio, il sangue e la lotta. Libertà. Un concetto a volte abusato, a volte dimenticato ma che ora percepiamo in tutta la sua grandezza, obbligati a fare a meno di parte di essa. Oggi proviamo un senso di costrizione e di ingiustizia per essere rinchiusi in casa, limitati nella nostra libertà di muoverci, di divertirci, di fare ciò che vogliamo. Gli anni precedenti al 1945 videro i nostri nonni, gli stessi che oggi sono messi a dura prova da questo male invisibile, limitati nella libertà di affermare i propri diritti, le proprie opinioni, di vivere e di amare, di credere nel proprio Dio. In questa nostra pausa obbligata dagli impegni frenetici della vita ordinaria, non possiamo che capire ancor di più quale sia stato il vero sacrificio di quelle generazioni e del grandissimo dono che ci hanno fatto. Le limitazioni di oggi sono nulla in confronto ma sono altrettanto necessarie per recuperare le nostre libertà. Abbiamo un grande compito:
rispettare le regole ci permette di salvare vite umane nella nostra famiglia, nella nostra comunità. Per poter riprendere la strada del progresso che conduce al Bene comune, nel quale ogni persona è valorizzata e tutelata in quanto parte di un’universalità che tutti concorrono a migliorare, è fondamentale riconoscere lo stretto legame esistente tra noi e coloro che siamo stati abituati a considerare come estranei alla nostra vita. Una comunità unita, rispettosa e propositiva può raggiungere un benessere maggiore rispetto al movimento sparso ed individualista dei suoi singoli componenti. Ognuno di noi ha e avrà il suo ruolo e la sua responsabilità in questa rinascita. Sarà difficile. Saremo tutti più di prima, o forse solo con maggiore consapevolezza, responsabili della salute di tutta la comunità. Non dimentichiamoci dei sacrifici di questi giorni: abusare della ritrovata libertà potrà farci tornare facilmente indietro e a dover ripartire da capo. In questa moderna battaglia per la libertà, il ringraziamento più grande va ai nostri moderni eroi, medici ed infermieri dei nostri ospedali, trovatisi dall’oggi al domani a gestire qualcosa di enormemente drammatico. La cicatrice psicologica che questa vicenda lascerà loro è molto simile a quella di chi visse in prima linea le guerre mondiali. Non da meno l’impegno e la fatica dei nostri medici di base, dei soccorritori, di tutte le forze dell’ordine impegnate in questi tristi mesi e di tutte le associazioni che hanno dato il loro aiuto alla popolazione.
Nel cuore di tutti noi l’impegno e la dedizione dei volontari della nostra protezione civile e del soccorso degli alpini: silenziosi e sempre presenti angeli custodi della nostra comunità. Restare uniti, sorreggerci ed aiutarci è l’unico modo per ricordare, l’unico modo per riprenderci la libertà del nostro tempo, l’unico modo per ripartire. La commemorazione del 25 aprile non è un inno al passato, ma un richiamo all’unità, alla fratellanza, alla solidarietà, al rispetto reciproco: E’ un richiamo al vero senso di Libertà. Viva il 25 aprile, viva la democrazia!”

 

MERATE

A Merate la cerimonia si è svolta in piazza degli Eroi, davanti al monumento ai caduti situato vicino al Municipio. Il sindaco Massimo Panzeri, con indosso il cappello da alpino, ha osservato un minuto di silenzio deponendo poi la corona d’alloro davanti al Monumento. La cerimonia, accompagnata dal suono della tromba, ha visto la presenza di una rappresentanza di amministratori, di alcuni alpini e di altri rappresentanti delle associazioni cittadine. Il sindaco ha poi provveduto a depositare una corona d’alloro davanti ai Monumenti ai caduti presenti nelle frazioni.

 

CERNUSCO LOMBARDONE

A Cernusco Lombardone la celebrazione da parte del sindaco Giovanna De Capitani.

PADERNO D’ADDA

Il sindaco Gianpaolo Torchio e il capogruppo degli Alpini hanno preso parte alla cerimonia del 25 aprile. “Celebriamo il 25 aprile perché è la data fondativa dell’Italia democratica – le parole del primo cittadino – . Non lo celebriamo per ricordare la vittoria di una parte politica su un’altra. Ma lo celebriamo perché l’insurrezione del 25 aprile 1945 segna la riconquista della libertà e della pace per l’Italia. Lo celebriamo per ricordare i ragazzi e e le ragazze combattenti tra i partigiani e tra le forze alleate che hanno messo a disposizione la loro vita per donarci le libertà con cui siamo nati e cresciuti”.

IMBERSAGO

Breve ma intensa cerimonia anche in piazza Garibaldi a Imbersago. Il sindaco Fabio Vergani ha ricordato gli avvenimenti di 75 anni fa: “Il 25 aprile significò riscatto dal regime fascista e rinascita dalle rovine lasciate dalla guerra. L’Italia seppe trovare la forza di rialzarsi e di rientrare a pieno diritto nel novero delle nazioni civili proprio grazie alla lotta contro l’occupazione nazista, in raccordo stretto con le forze alleate che risalivano il Paese.
Quella lotta non lavò le colpe della dittatura, ma testimoniò che una parte del paese aveva trovato dentro di sé la forza di reagire. A 75 anni di distanza, l’analisi storica di quegli eventi è per alcuni versi ancora fragile e dolorosa. Il patrimonio di libertà scaturito dalla Resistenza appartiene a tutti. La storia è una azione di ricostruzione lenta e paziente, va arricchita ogni giorno di nuovi approfondimenti e di nuove testimonianze; ciò non ha nulla a che vedere con un improponibile revisionismo divisivo. Dobbiamo avere la forza di uscire da letture ideologiche del passato, utili solo ad alimentare sterili polemiche politiche del presente. Quanto al momento di particolare criticità che stiamo attraversando, determinato dall’emergenza Coronavirus e quello che ci attenderà ad emergenza finita, credo si debba prendere spunto da alcuni valori che la ricorrenza odierna ci ripropone: spirito di sacrificio, determinazione, solidarietà e altruismo. Valori che oggi dobbiamo tutti mettere a disposizione del nostro Paese e dell’Europa, ma che dobbiamo anche richiedere con determinazione, affinché lo stare insieme non sia fine a se stesso, ma volto al reale bene comune”.

AIRUNO

Momento di commemorazione anche ad Airuno alla presenza del sindaco Alessandro Milani, del parroco don Ruggero Fabris, del capogruppo di minoranza Gianfranco Lavelli e di un rappresentante della banda e del gruppo alpini. Il primo cittadino ha rimarcato che il 25 Aprile “sia sempre nella difesa e nella trasmissione della memoria, specialmente nei giovani e nei nostri studenti, dei valori etici e morali della libertà e della democrazia, quali valori fondanti della nostra società civile e della Repubblica Italiana” aggiungendo un riferimento alla situazione attuale di emergenza sanitaria. “Soprattutto nei giorni che stiamo vivendo oggi, nelle difficoltà e nelle sofferenze del Covid-19. Cittadini che non ce l’hanno fatta nella lotta contro il virus, il fatto di non potersi vedere come si faceva prima; è in questi momenti che possiamo apprezzare maggiormente il valore della libertà e della solidarietà sociale”.

 

VALMADRERA

Un 25 aprile molto riservato al monumento dei Caduti alla presenza del sindaco Antonio Rusconi, del parroco don Isidoro Crepaldi, di Alessandra Dell’Oro dell’Associazione Caduti e Dispersi, di Enrico Longhi vice capogruppo degli Alpini, di Cristian Francese comandante della Polizia Urbana. IL DISCORSO DEL SINDACO DI VALMADRERA

VALGREGHENTINO

Il messaggio del sindaco Matteo Colombo.

“Cari cittadine e cittadini,
Oggi ricorre il 75emo anniversario della Liberazione della nostra Italia dalla tirannica vergogna fascista. Un anniversario che festeggeremo a casa nostra, stringendoci in modo virtuale ai nostri cari e ai nostri ormai pochi concittadini che 75 anni fa c’erano e oggi possono testimoniare davvero cosa è la libertà. Qualcuno pensa che ricordare il 25 aprile oggi sia solo retorico, addirittura inutile.
Oggi più che mai, invece, non possiamo dimenticare ciò che è stato. Oggi per il bene di tutti ci viene tolta la libertà di partecipare alla vita sociale, lavorativa, scolastica, persino familiare. 75 anni agli italiani per il bene di pochi veniva tolta la libertà di pensare, di agire, di amare.
Oggi siamo chiamati a una Resistenza passiva, stando a casa, affidando la futura libertà in mano ai medici e ai ricercatori. 75 anni fa gli italiani furono obbligati ad una Resistenza attiva, anche armata, nella quale molti persero la vita per dare un futuro di pace e di libertà ai propri cari. E quindi no, ricordare il 25 aprile non è retorico, tantomeno inutile. Festeggiare il 25 aprile, oggi e sempre, significa non dimenticare che, in confronto a ciò che venne chiesto ai nostri padri e ai nostri nonni, oggi la Resistenza distante che viene chiesta a noi è solo un minimo gesto di coraggio, di sacrificio, di coesione sociale.
Oggi, in solitaria, onorerò gli eroi di oggi e di ieri rispettando un minuto di silenzio davanti al monumento dei caduti.
A voi tutti il mio invito a ricordare con me da casa vostra quando più lo ritenete opportuno e con il gesto che preferite: con un minuto di silenzio, esponendo il tricolore oppure intonando una canzone partigiana.
Care cittadine, cari cittadini, l’Italia siamo NOI, insieme resisteremo a questo virus e rinasceremo più forti, più uniti, più ricchi di prima, come fece l’Italia dopo quel 25 aprile di 75 anni fa.
Viva la libertà! Viva la Resistenza! Viva l’Italia!”

DERVIO

“Un 25 aprile singolare per la situazione che il mondo sta vivendo ma non per questo meno importante per il Paese – dichiara il sindaco di Dervio Stefano Cassinelli –  Anzi la mancanza di libertà che stiamo provando rinchiusi nelle case è occasione di riflessione per tutti su quanto ‘La libertà è un valore assoluto da difendere’ e su quanto la Libertà donataci da chi ha lottato contro il nazifascismo sia un valore da trasmettere alle future generazioni. La mia scelta per questa occasione, che assai spesso è occasione di polemica politica, è quella di affidare alle parole dello storico Alessandro Barbero una analisi su che cosa è stata la Resistenza. L’Amministrazione comunale ha deposto, a nome della popolazione, una corona al monumento ai Caduti di Dervio e una al cimitero di Dervio. Per evitare qualunque polemica la scelta di non deporre a Corenno, condivisa con Anpi, è di ordine specifico visto che ne al monumento ne al cimitero vi sono targhe intitolate a partigiani. Una Polemica mi permetto invece di farla: si è provveduto a pulire il giardino del monumento di Caduti di fronte al municipio e sono stati raccolti centinaia di mozziconi. Pochi mesi fa abbiamo messo proprio lì un posacenere, ai maleducati ignoranti che buttano i mozziconi a terra chiedo, visto che non rispettano l’ambiente, di avere almeno il rispetto per chi ha dato la vita per la Patria. Viva l’Italia”.

GARLATE

CARENNO

La celebrazione del 25 Aprile a Carenno. Di seguito riportiamo il testo dei discorsi del sindaco Luca Pigazzini e del capogruppo degli Alpini Mirco Riccardo Bussolati.

VARENNA

Anche Mauro Manzoni, sindaco di Varenna ha celebrato il 25 Aprile. IL MESSAGGIO DEL SINDACO.

BARZAGO

Il sindaco Mirko Ceroli, il parroco don Giovanni Colombo, il capogruppo degli alpini Ierardo Ierardi e il delegato Anpi Adriano Pozzi hanno preso parte questa mattina alle celebrazioni per il 75esimo anniversario della Liberazione.  Ceroli ha ricordato come “la Repubblica, la Costituzione, le conquiste civili e politiche, lo sviluppo economico e sociale che hanno contrassegnato gli anni del dopoguerra, il ruolo internazionale dell’Italia, sono state tappe fondamentali per la ricostruzione del nostro Paese. Noi siamo gli eredi di quegli uomini e quelle donne che lottarono e morirono per la nostra libertà”. Inevitabile un riferimento all’emergenza attuale. “In questi mesi ci troviamo ad affrontare uno dei momenti più tremendi che il mondo intero abbia mai vissuto. È una guerra diversa, è la lotta al coronavirus, un nemico invisibile che ci obbliga all’isolamento, alla distanza sociale che ci rende un po’ più soli. È un momento di profonda incertezza. Quanti morti senza colpa e senza una ragione. Quanti medici e infermieri persi perché responsabilmente hanno continuato a fare il proprio dovere per salvare vite umane. In questo momento ricordiamo e onoriamo anche loro. Sono in tanti, in questo 2020, che attendono una nuova “Liberazione”: pensiamo ai bambini chiusi in casa, agli studenti che non possono rientrare a scuola, agli insegnanti, ai nostri anziani che attendono di riprendere le loro abituali frequentazioni per un caffè, una partita a carte o una chiacchierata, ai nostri atleti che non vedono l’ora di riprendere le competizioni sportive, ai fedeli che vorrebbero tornare presto a pregare nelle Chiese, a chi vuole ricordare i propri cari al cimitero, ai tanti lavoratori, imprenditori e commercianti che vogliono far ripartire l’economia. Tutti attendiamo la Liberazione da questa pandemia. Dobbiamo impegnarci in prima persona: oggi, come 75 anni fa, dobbiamo fare ricorso alla solidarietà civile, allo spirito di comunità, ad aiutarci tra vicini di casa, anteponendo l’interesse generale della comunità a quello personale. E dobbiamo avere ancora un po’ di pazienza e continuare a rispettare le misure di contenimento stabilite dal Governo per non vanificare gli sforzi fatti fino ad ora”.

VERCURAGO

La commemorazione del 25 Aprile a Vercurago (riprese e montaggio a cura di Giuseppe Pittore)