La popolazione invecchia e cresce il numero di pazienti cronici
In ospedale, confronto tra strutture sanitarie e Regione
LECCO – Il trend è noto e l’invecchiamento della popolazione non riguarda solo la provincia di Lecco ma l’intero territorio italiano, eppure sul lecchese il dato è peggiore rispetto alla media regionale: l’indice di vecchia a Lecco tocca il punteggio di 169,7 contro il 162,2 della Lombardia ed è il dato peggiore anche tra i distretti dell’ATS che comprende oltre a Lecco anche Vimercate (151,5) e Monza (162,5).
L’indice di vecchiaia è il rapporto percentuale tra il numero degli ultrasessantenni e quello dei bambini fino a 14 anni. Su Lecco questi ultimi rappresentano il 13,67% della popolazione, gli over 65 sono il 23,21% a cui si aggiungono i cittadini con più di 80 anni, che sono il 6,96% della popolazione.
Le aree della provincia dove questo indice assume i valori più alti è la fascia del lago, il capoluogo e il suo hinterland, meno marcato è invece in Brianza e in alcune zone della Valsassina.
“Questo scenario di invecchiamento porta con sé anche un aumento delle malattie croniche, è un fenomeno che va affrontato in modo differente dal passato” ha sottolineato il direttore generale di ATS Brianza, Silvano Casazza, intervenendo al convegno organizzato venerdì pomeriggio all’ospedale di Lecco, organizzato dai consiglieri regionali Raffaele Straniero, Antonello Formenti e Mauro Piazza sul tema della presa in carico della cronicità.
All’incontro hanno preso parte anche l’Assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera, il Direttore Generale dell’ASST di Lecco, Paolo Favini, il Presidente del Distretto di Lecco, Filippo Galbiati, il Presidente della Cooperativa Cosma, Umberto Motta, il Presidente dell’Ordine dei Medici di Milano Roberto Carlo Rossi, il Presidente dell’Ordine dei Medici e Odontoiatri di Lecco e vice-coordinatore regionale della Federazione degli Ordini Pierfranco Ravizza, la Presidente dell’A.D.P. Milano e CLAD, Luigia Mottes.
Il nuovo sistema di presa in carico del paziente
Da gennaio dello scorso anno, in Lombardia si sta sperimentando il nuovo modello di presa in carico dei cittadini affetti da patologie croniche o in condizioni di fragilità. Il nuovo percorso prevede la figura di un medico gestore che organizza tutti i servizi sanitari e sociosanitari del singolo paziente, in relazione alle patologie croniche di cui soffre e che sono inserite nel in un Piano di Assistenza Individuale (PAI), valido un anno.
Il medico programma prestazioni ed interventi di cura specifici per il paziente, risparmiando a quest’ultimo l’incombenza di prenotare autonomamente visite ed esami.
Nel 2018 sono state inviate oltre 381 mila inviti di presa in carico ad altrettanti pazienti sul territorio dell’ATS Lecco-Brianza, 106 mila solo sull’area di Lecco e il 27% degli utenti ha già attivato il percorso assistenziale.
Sono invece 29 gli enti, le strutture sanitarie e le cooperative di medici di base che si sono candidate al ruolo di gestori, di fatto oggi sono 13 quelle attivate. Sulla provincia di Lecco sono 194 i medici di base coinvolti (80% di adesioni).
“La ricchezza di questo territorio è rappresentata dalla tradizione dei medici di famiglia di lavorare in modo aggregato e la disponibilità delle amministrazioni locali di mettere loro a disposizione degli spazi dove operare” ha sottolineato il direttore di Ats.
Le malattie croniche più diffuse
I pazienti cronici rappresentano un terzo della popolazione nell’area di Ats Brianza e sono classificati, in base alla criticità del loro quadro sanitario, su tre livelli: Livello 1 (pazienti affetti da 4 o più patologie coesistenti), livello 2 (pazienti affetti da 2 o 3 patologie), livello 3 (pazienti affetti da una sola patologia).
Su Lecco i pazienti cronici di Livello 1 rappresentano solo il 4,37%, più diffuso il grado intermedio di criticità (57,53%), mentre le persone affette da una sola patologia sono il 38,09% del totale.
Le malattie croniche più diffuse sono, al primo posto, l’ipertensione arteriosa (26% dei pazienti cronici), l’ipercolesterolemie (7%), il diabete mellito di tipo 2 (7%) e l’asma (6%).