Lo speleosub Luigi Casati alla corte del Principe Alberto II di Monaco

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Luigi Casati
Luigi Casati

“Sono curioso di assistere alla cerimonia che immagino sarà suggestiva e spettacolare”

LECCO – Un invito davvero speciale quello ricevuto da Luigi Casati, speleosub lecchese di fama mondiale, che il 2 ottobre è chiamato a presentarsi alla corte del Principe Alberto II di Monaco.

Casati farà parte di una ristrettissima cerchia di invitati che Sua Altezza avrà il piacere di accogliere in occasione del conferimento del Tridente d’Oro, uno dei massimi riconoscimenti a livello mondiale in campo subacqueo. Il premio gli verrà conferito dall’Accademia Internazionale di Scienze e Tecniche Subacquee che ogni anno premia coloro che si sono contraddistinti per attività meritorie, svolte nei vari ambiti della subacquea appunto: scientifico, sportivo, esplorativo, tecnologico, ecc… o di coloro che, per usare le stesse parole dell’Accademia “hanno fatto del mare una delle loro ragioni di vita se non la prima in assoluto”.

Il premio, nato nel 1960, lo si può considerare il “Nobel delle attività subacquee” ed è stato  conferito a personaggi celebri tra i quali: Jacques-Yves Cousteau, Folco Quilici, Enzo Maiorca, solo per citarne alcuni, ma l’elenco comprende anche scienziati, ricercatori, professori e giornalisti. Tra questi anche il lecchese Luigi Casati che lo ha ricevuto nel 2018, con la seguente motivazione: “esploratore speleonauta, ha sviluppato la sua grande passione per le esplorazioni speleosubacquee portandole al limite dell’impossibile ed elaborando tecniche e materiali per l’esplorazione estrema delle grotte che hanno fatto di lui un esploratore subacqueo noto in tutto il mondo”.

“La cerimonia di conferimento del premio al Principe Alberto II avverrà al Museo Oceanografico di Monaco – fa sapere Casati che abbiamo raggiunto telefonicamente -. Sono proprio curioso di assistere alla cerimonia che immagino sarà suggestiva e spettacolare. Inoltre il Principe, essendo anche Capo di Stato, dovrà rispettare un protocollo ben preciso e devo ammettere che questa cosa mi incuriosisce parecchio”.

Luigi Casati

Del resto Luigi Casati ha fatto proprio della curiosità quel propulsore motivazionale che lo ha portato a compiere gesta uniche nel mondo sommerso. Lunghissimo il suo curriculum nel quale annovera numerose spedizioni in tutto il mondo, oltre a detenere record di profondità e lunghezza di esplorazione. Istruttore ai più alti livelli, nonché tra i massimi esperti mondiali di immersioni ed esplorazioni speleosubacquee, tra le sue esplorazioni più prestigiose si ricordano: le Grotte di Oliero e la Sorgente del Gorgazzo in Italia, la Vrelo Une in Croazia e la Matka Vrelo in Macedonia, anche se il suo palmares è davvero infinito.

Tre, inoltre, le onorificenze conferitegli: Medaglia di bronzo al valor civile per il recupero della salma di un collega intrappolato in una grotta invasa dalle acque a Nesso (1992); Medaglia d’argento – Civica Benemerenza del Comune di Lecco “per meriti sportivi” (2001) e Cavaliere della Repubblica (2008).

Tornando all’invito speciale, Casati fa sapere che quella di quest’anno è un’eccezionalità: “Il Principato di Monaco ha fatto molto per la ricerca e la salvaguardia in ambito marino, e lo sforzo compiuto ha portato al Tridente d’Oro – spiega -. Tuttavia l’Accademia conferisce il premio in occasione del Eudi Show, il Salone Europeo delle Attività Subacquee (Bologna 13 – 15 ottobre), quest’anno in via del tutto eccezionale ci si trasferisce tutti nel Principato di Monaco”.

Intanto è quasi tempo di bilanci per l’attività 2023: “Tra le tante cose fatte – spiega Casati – siamo riusciti a chiudere i ‘punti di domanda’ in alcune grotte in Croazia terminando di fatto le esplorazioni in quella zona. In Svizzera, nelle grotte di Vallorbe, siamo riusciti a continuare l’esplorazione dopo anni di duro lavoro. Sempre in Svizzera, insieme al mio gruppo speleo, stavamo guardando a una grotta, ma il meteo non sembra essere favorevole, quindi è possibile che venga tutto rimandato. Stiamo adocchiando anche una zona della Romania… insomma di progetti ce ne sono molti, ma a 59 anni devo iniziare anche a fare i conti con l’età – dichiara con il sorriso e un pizzico di ironia -. Muoversi in quegli ambienti difficili tra sifoni, grotte, mondi sommersi, portandosi per ore un carico di 30-35 chili con addosso una muta non è cosa semplice e gli anni passano. Anche l’aspetto degli scambi gassosi per permettere l’assorbimento dell’ossigeno e il rilascio dell’anidride carbonica, dopo una certa età vanno dosati. Mi sottoporrò, come sempre, ad alcuni test e se ci sarà da tirare il freno, lo faremo”.