Sciopero metalmeccanici, Fim Cisl Lecco: “Manifestazione importante per il futuro dei lavoratori”

Tempo di lettura: 3 minuti

Venerdì 7 luglio 4 ore di sciopero per ogni turno di lavoro e presidi davanti alle Prefetture

Sindacati preoccupati in particolar modo per il settore automotive

LECCO – Quattro ore di sciopero a fine di ogni turno e presidi dalle ore 15 davanti alle Prefetture di Lecco e Monza. I lavoratori metalmeccanici incroceranno le braccia venerdì 7 luglio per sollecitare il Governo ad attivare politiche industriali urgentissime a fronte delle grandi trasformazioni che il settore sta affrontando in questi anni.

Transizione ecologica, digitale, energetica e tecnologica richiedono importanti scelte da parte del Governo sui temi del lavoro e dell’industria, per far sì che i cambiamenti diventino altrettante occasioni per il rilancio del settore, dell’occupazione e degli investimenti, per una transizione sostenibile e per la risoluzione delle crisi aperte.

“Ormai da oltre una decina di anni viviamo una fase di forte crisi della politica industriale del nostro Paese. Questa fase si è trascinata a lungo, con centinaia di situazioni di crisi presso il Ministero dello Sviluppo Economico con il quale Fim, Fiom e Uilm si sono sempre confrontate per trovare le migliori soluzioni” spiega Enrico Vacca, Segretario Generale Fim CISL Monza Brianza Lecco.

“Oggi il problema viene reso più drammatico e urgente dal fatto che nei prossimi anni i
settori strategici dell’industria metalmeccanica saranno coinvolti in sfide complesse che
riguardano la transizione digitale, la transizione energetica, il passaggio dall’auto endotermica all’auto elettrica”. Il riferimento è al settore della siderurgia, dell’elettrodomestico, dell’automotive e dell’installazione di impianti.

“Per quanto riguarda il nostro territorio di competenza, quello delle province di Monza e Lecco, ci preoccupa in particolare il settore dell’automotive” continua Vacca. “Pur non essendo presenti produttori diretti di autoveicoli, una parte consistente della componentistica viene prodotta da aziende del nostro territorio (77 su Lecco e 195 su Monza Brianza) per un totale di circa 3.000 addetti (1570 su Lecco e 1595 su Monza Brianza)”.

“È chiaro che se la transizione dal motore endotermico al motore elettrico non verrà affrontata con la dovuta attenzione il risultato, soprattutto per l’occupazione, potrebbe avere risultati drammatici” spiega il Segretario dei metalmeccanici della CISL. “Questo è un rischio che i Sindacati di categoria evidenziano da molto tempo. La scadenza del 2035 sembra lontana ma in realtà 12 anni sono pochissimi. È assolutamente necessario che fin d’ora il nostro sistema industriale e il Ministero che se ne occupa direttamente comincino a mettere in campo provvedimenti straordinari che possano aiutare la transizione, da un lato attraverso la formazione, elemento fondamentale per il reskilling dei lavoratori, e dall’altro con un’attenzione particolare al sistema di ammortizzatori sociali che rischia di non essere adeguato rispetto alle condizioni che dovremmo affrontare”.

“Nel settore dell’elettrodomestico abbiamo la presenza sul territorio di un marchio storico, la Candy, acquistata pochi anni fa dal colosso cinese Haier che ha fatto un importante investimento proprio in questi giorni inaugurando il quartier generale europe a Vimercate. Anche qui è necessaria tenere alto il livello dell’attenzione”. “Per quanto riguarda la parte siderurgica, al momento le aziende presenti sul nostro territorio non rilevano particolari situazioni di crisi ma è chiaro che la transizione energetica, con la decarbonizzazione e il passaggio a una produzione che coinvolga sempre meno combustibili fossili, potrebbe rappresentare un elemento di criticità”.

“Per queste ragioni – conclude Enrico Vacca – con oltre 150 assemblee svolte in queste ultime settimane sul territorio, abbiamo chiesto ai lavoratori di partecipare ad uno sciopero che è importante non solo per la situazione attuale ma in particolare per il loro avvenire. Il compito del sindacato è quello di interpretare le sfide del futuro e questo è il momento, grazie ai fondi del PNRR (che il Governo fa fatica ad impiegare), per affrontarle al meglio.”