Un progetto interdisciplinare nato dalla collaborazione tra il servizio di terapia del dolore e quello psicologico
“Una adeguata presa in carico psicologica conduce a un migliore beneficio terapeutico”
LECCO – L’Asst Lecco ha attivato un servizio di supporto psicologico dedicato ai pazienti dell’ambulatorio di terapia del dolore. Un progetto interdisciplinare nato dalla collaborazione tra il servizio di terapia del dolore e quello psicologico, i cui referenti sono Simone Scerri, psicologo e Elena Pitino, medico anestesista.
In poco meno di due mesi, una quindicina di persone hanno già avuto accesso al servizio e una decina accederanno a breve, numeri importanti per un servizio che guarda al paziente nella sua interezza, come ha sottolineato il direttore sociosanitario di Asst Lecco Gianluca Peschi: “Spesso sentiamo parlare di presa in carico olistica, questa è una testimonianza di come il paziente venga considerato nella sua dimensione di persona. E’ una dimostrazione ulteriore della solidità del servizio di psicologia clinica che, da poco, è stato trasformato da struttura semplice a complessa, anche perché è la struttura che all’interno di Asst Lecco ha il maggior numero di dirigenti sanitari”.

Il servizio è rivolto a tutti i pazienti candidati all’impianto di dispositivi per la riduzione del dolore, come ad esempio neurostimolatori e pompe intratecali, oltre ai pazienti per i quali l’équipe abbia valutato rilevanti aspetti di natura psicologica associati alla componente del dolore cronico.
“Negli ultimi anni abbiamo assistito a una crescita esponenziale nel numero di pazienti del servizio di terapia del dolore – ha detto il dottor Paolo Maniglia, responsabile del servizio -. Una adeguata presa in carico psicologica conduce a un migliore beneficio terapeutico. La collaborazione tra terapia del dolore e psicologia è fondamentale per essere il più efficaci possibile. In questi primi mesi abbiamo già visto risultati importanti. Il paziente è al centro, su di lui bisogna disegnare un percorso univoco di cura consentendogli di avere un iter breve”.

Molte di queste persone devono affrontare un percorso specialistico che si avvale di procedure invasive. Tra queste l’impianto di dispositivi medici che hanno lo scopo di falsare la trasmissione al cervello, arrivando anche ad annullarli, di dolori ormai cronicizzati da anni e giudicati intrattabili.

Vittorio Rigamonti, direttore facente funzione di Psicologia Clinica, ha sottolineato l’importanza della presenza di uno psicologo: “L’obiettivo è definire l’adeguatezza della proposta terapeutica in relazione alle aspettative del paziente e al proprio vissuto psicologico e accompagnare il paziente nelle prime fasi di gestione del trattamento. la componente psico-sociale del dolore deve essere valutata e compresa da figure specializzate in tal senso in modo da rendere ancora più efficaci i trattamenti invasivi proposti”.