La prima dose di vaccino contro il Covid all’infermiere Emanuele Moretti
“Lo faccio per i miei cari e per i più deboli. Non voglio metterli in pericolo”
LECCO – Una delle figure “simbolo” nel lecchese degli operatori sanitari impegnati sul fronte della pandemia, l’infermiere Emanuele Moretti è stato il primo tra i dipendenti dell’ospedale Manzoni a sottoporsi al vaccino contro il Covid nel V-day, l’avvio della campagna vaccinale iniziata anche a Lecco domenica pomeriggio (qui l’articolo).
La sua storia era stata raccontata nei giorni scorsi anche in televisione (vedi articoli) per i ringraziamenti ricevuti dai familiari di Francesco Frigerio, pensionato lecchese morto di Covid in ospedale.
I parenti del 70enne lo avevano rintracciato attraverso i social per ringraziarlo del suo gesto di umanità verso il loro caro, al quale era stato vicino negli ultimi giorni di vita, leggendogli le lettere che i nipotini gli avevano inviato.
Ancora una volta, è lo stesso infermiere a dare l’esempio per la sua categoria. “Ringrazio l’ospedale Manzoni per avermi dato la possibilità di vaccinarmi – ha spiegato – Lo faccio, prima di tutto, per i miei cari, non voglio essere un rischio per loro. Il secondo motivo è che ci sono tante persone deboli dal punto di vista fisico e con una protezione evito di portare ad altri questo virus”.
Il secondo ad essere vaccinato è il prof. Carlo Signorelli, già sindaco di Perledo e docente universitario, esperto di sanità e consulente di Regione Lombardia durante questa emergenza.
“Sono lieto di fare la vaccinazione a Lecco, territorio al quale mi sento di appartenere – ha commentato Signorelli – Si parla continuamente di ripresa, io preferisco definirla rinascita, come è scritto anche nel logo con la Primula, perché occorre realizzare una felice sintesi tra difesa della salute e della vita e rilancio dell’economia. Questo vaccino, se funzionerà come tutti speriamo, sarà una delle più grandi scoperte scientifiche degli ultimi decenni e contribuirà in modo decisivo a depennare questa pandemia”.
Tra i primi vaccinati anche un’operatrice dei servizi, lavoratrice della coop. Dussmann Antonella Angioni: “Sono la prima della mia azienda che si vaccina. Lo faccio volentieri per dare un esempio a tutte le ragazze che lavorano con me”.
Vaccinati anche alcuni primari dell’ospedale, la dott.ssa Stefania Piconi del reparto di Malattie Infettive, il dott. Pietro Poli del dipartimento di Chirurgia e Pierfranco Ravizza, presidente dell’ordine provinciale dei medici e primario della Cardiologia Riabilitativa, oltre che il segretario provinciale della federazione dei medici di famiglia Marino Lafranconi.
“Credo fermamente nei vaccini – ha spiegato la dott.ssa Piconi – sono l’unico tentativo serio di evitare che un’infezione diventi malattia e quindi trasmissione per le persone che ci sono accanto. Questo vaccino, nuovo, apre la strada per i vaccini di altre malattie infettive di cui oggi non c’è una cura. Ci auguriamo tutti che dia buoni risultati”.
Tra i vaccinati anche Ilaria Dell’Era, infermiera professionale presso la riabilitazione di Bellano e rappresentante della Rsu, ha lavorato in un reparto Covid a Lecco durante la prima ondata.
“Siamo stati chiamati a rinforzo del personale del Manzoni da aprile, per due mesi nel reparto per non acuti – racconta – personalmente sono sempre stata per i vaccini, li ho sempre fatti e anche mia figlia ha fatto tutti quelli previsti. Ringrazio per l’opportunità che ho avuto oggi. Quello che mi ha convinto ulteriormente sulla necessità di questo vaccino sono stati i casi emersi nei mesi scorsi a Bellano, presidio che non era destinato a pazienti Covid. Nonostante le nostre attenzioni sul lavoro, ci sono stati contagi tra i colleghi. Credo che il vaccino sia l’unica speranza che abbiamo e spero aderiscano alla campagna il maggior numero di persone”.