Venerdì l’incontro con i sindaci del distretto del Meratese: sul punto nascite non ci sono purtroppo alternative alla chiusura
Il dg Trivelli ha parlato dell’ospedale di Merate come di una realtà tosta e indipendente. Vergani: “Un buon approccio”
MERATE – La decisione era già nell’aria, spinta dai numeri impietosi registrati negli ultimi anni con un trend negativo solo in minima parte imputabile al calo demografico. Il punto nascite dell’ospedale San Leopoldo Mandic di Merate chiuderà presto i battenti. La decisione è stata comunicato ai sindaci del Distretto di Merate ieri, venerdì, durante l’assemblea convocata per incontrare il nuovo direttore generale Marco Trivelli e conoscere la nuova direzione strategica dell’Asst Lecco insediata all’inizio dell’anno.
Un appuntamento molto atteso da parte dei primi cittadini desiderosi di conoscere intenzioni e approccio del nuovo direttore generale alla luce anche delle richieste e del confronto che si era tenuto a novembre con l’assessore regionale al Welfare Guido Bertolaso arrivato a Merate proprio per incontrare i sindaci dopo le sollecitazioni ricevute sul destino del presidio di via Cerri. Già in quell’occasione Bertolaso aveva precisato che il punto nascite sarebbe continuato a esistere solo qualora vi fossero state le condizioni per poter funzionare, facendo riferimento alla soglia dei 500 parti all’anno prevista dalla normativa, a cui ormai Merate non si avvicina più da anni.
“Purtroppo dall’incontro è emerso che non ci sono alternative alla chiusura del punto nascite dell’ospedale Mandic. Bisognerà capire i tempi” commenta il sindaco Fabio Vergani, presidente della Conferenza dei sindaci del Meratese. “Dal canto nostro abbiamo espresso la preoccupazione in merito a questa chiusura: capiamo il discorso dei numeri, ormai purtroppo insufficienti, ma è una decisione che non possiamo accettare. Per questo abbiamo chiesto al dg di effettuare una nuova rivalutazio
ne e di essere disposto a cambiare strategia qualora dovesse cambiare la situazione”.
Al tavolo si è parlato anche di un’altra questione al centro del dibattito da mesi, ovvero la chiusura del reparto di psichiatria, chiuso durante l’emergenza Covid 19 e non più riaperto per mancanza di personale. Anche in questo caso, non si prevedono cambiamenti all’orizzonte, almeno nel breve periodo: “Ci hanno spiegato che il primo intervento è quello di arginare i grossi problemi registrati su Lecco a causa della mancanza di personale. Trivelli ci ha chiaramente spiegato che la situazione è molto critica sul fronte dei medici e degli infermieri e di non essere ancora in grado, a otto settimane dall’insediamento nell’Asst Lecco, di intervenire per invertire la rotta sul fronte del ricorso ai gettonisti o al personale di cooperative”.
L’incontro non è stato esclusivamente a tinte fosche. Anzi. “Abbiamo apprezzato molto il fatto che il nuovo dg si sia impegnato a essere presente in ospedale a Merate almeno una volta a settimana, alternandosi in altri giorni con i suoi bracci destri della direzione strategica. Un segnale di attenzione e di vicinanza ai dipendenti che rappresenta sicuramente un’iniezione di fiducia per chi lavora”.
Non solo. “Ha definito Merate un ospedale tosto e indipendente, riferendosi alla capacità della struttura di essere resiliente, continuando a offrire servizi. L’averlo definito indipendente è per noi molto importante perché ci permette di uscire, almeno un po’, dalla dicotomia hub spoke che ha contraddistinto finora il rapporto con Lecco. Trivelli ha riconosciuto che l’ospedale di Merate ha la sua storia, le sue peculiarità e non è una succursale di Lecco”.