Un’esperienza unica per la lecchese che è stata seguita dai tecnici della squadra di serie A di volley
“La palestra è super attrezzata, la professionalità è mostruosa, tutto si svolge in funzione degli atleti”
LECCO – Beatrice Colli è tornata ad arrampicare sia in palestra che su roccia. La giovane climber lecchese, che la scorsa estate ha partecipato alle Olimpiadi di Parigi nella specialità Speed, l’11 settembre scorso è stata operata in Germania a causa di un problema al calcagno con cui ha condiviso tutta la sua importante carriera sportiva.
Sportiva determinata, nata e cresciuta nella squadra di arrampicata sportiva dei Ragni di Lecco, ora veste la casacca delle Fiamme Oro. Al suo fianco una certezza, l’allenatore Fabio Palma con cui forma una accoppiata straordinaria: “Molti anni fa il miglior manager con cui abbia lavorato, Paolo Panzeri, peraltro di Lecco, usò con me la frase, ogni problema è un’opportunità – racconta Palma -. Ora la usano in tanti, ma da quando seguo Beatrice Colli e Valentina Arnoldi è un mio mantra”.
Per due settimane Beatrice Colli ha fatto la riabilitazione al fantascientifico Red Bull Athlete Performance Center, vicino a Salisburgo. Una volta tornata in Italia, però, c’era da trovare un fisioterapista di alto livello e ogni giorno che passava era prezioso. Grazie a un’intuizione e un colpo di fortuna, dopo che per motivi organizzativi era saltato un ritorno all’Apc di Red Bull, Fabio Palma telefona a Silvio Colnago, il preparatore atletico della Vero Volley, del quale aveva assistito a un allenamento un paio di anni fa.
“La squadra maschile è allenata da un vecchio amico del liceo, Massimo Eccheli, e, ricevuta la disponibilità di Silvio, proprio Eccheli mi ha detto che avrebbe chiesto alla presidente Alessandra Marzari la possibilità che anche il fisioterapista potesse assistere Beatrice. Il sabato pomeriggio, mentre andavano alla prima trasferta di campionato, mi ha telefonato Silvio per dirmi che anche il fisioterapista Federico Aoli era disponibile”.
Nonostante un po’ di smarrimento per quella decisione così delicata presa in una manciata di ore, qualsiasi titubanza è sparita nel giro di un minuto il lunedì successivo quando Silvio Colnago e Federico Aoli le sono andati incontro mentre avanzava con le stampelle, l’empatia è stata immediata e hanno fatto 3 ore superbe.
“E’ immediatamente scoccata una fiducia totale. Una struttura come quella del Vero Volley c’è davvero solo nell’NBA: la palestra è super attrezzata, la professionalità è mostruosa, tutto si svolge in funzione degli atleti e più gli atleti sono disponibili a far fatica, più persone come Silvio e Federico vanno ben oltre il 100%. Già due anni fa avevamo cominciato a scambiarci informazioni, Silvio usava il metodo Velocity Based Training (VBT) per alcuni esercizi come me, e naturalmente vedere Sylla, Thompson e Folie allenarsi era stato molto interessante”.
Sono bastati pochi giorni e Osmany Juantorena, per qualcuno il più grande giocatore di tutti i tempi, dava già il 5 a Beatrice: “Averill, bronzo olimpico, e Beretta, il capitano, si sono messi a seguire un protocollo di dita su un trave di arrampicata e altre prese che ho montato là – racconta Fabio Palma -. La presidente Alessandra Marzari è nota per essere un vulcano e super attenta ai valori dello sport, senza conoscerla la ammiravo tantissimo, esempio di competenza, reattività ed entusiasmo”.
Per tre settimane Beatrice e Fabio sono andati alla palestra del Vero Volley 5 giorni la settimana, poi hanno trascorso ancora una settimana al centro Red Bull e adesso si recano a Monza tre volte la settimana: “Io preparo come per tutti gli atleti la scheda del giorno dopo basandomi sul report quotidiano, ma finalmente ho potuto inserire delle idee che avevo già dal 2023 ma che non potevo mai implementare. Quando hai così tanti accessori puoi realizzare tutto. Silvio e Federico sono identici a me, creativi senza curarsi delle problematiche che ostacolano i processi. Si prova un set-up, si aggiusta sul momento e via”.
E quando non va a Monza, Beatrice si allena o al Politecnico di Lecco o alla Gal, dove sta andando anche Valentina Arnoldi che si allena proprio sul pannello di Bea che è stato spostato alla Gal: “Devo ringraziare il presidente Paolo Gilardoni, altra persona per cui lo sport e l’atleta passano davanti a qualunque inciampo. Ovviamente il risultato finale è aperto, la rincorsa al vertice del mondo è fatta di tanti micro-dettagli, e una sconfitta dalle migliori al mondo non è mai dovuta a qualche macro errore, nello sport individuale l’atleta d’élite perde per un’inezia. Molte sensazioni, autovalutazioni e convincimenti sono sbagliati perché il sistema nervoso centrale funziona secondo un principio economico, cerca scorciatoie e salta alle conclusioni più rapide e meno faticose da seguire. Siamo fatti così, la logica ferrea è nemica delle comodità, della fatica e delle rinunce”.
Secondo Fabio Palma lo sport agonistico individuale è il sistema più meritocratico e brutale che esista: “Non perdona qualunque noncuranza, trascuratezza, deviazione dal miglior percorso possibile. E l’arrampicata olimpica è diventata feroce come la ginnastica o l’atletica o il nuoto: essere professionali al 100% non è una condizione sufficiente per vincere, ma necessaria sicuramente sì. Ogni anno arrivano nuovi atleti e atlete più professionali delle annate precedenti, avevo una lista di punti di miglioramento e grazie alla Vero Volley qualcuno è già spuntato. Ci manca ovviamente una struttura Speed e una boulder di élite a Lecco, e il fondamentale accessorio chiamato 1080, un macchinario da 20.000 euro assolutamente essenziale per la genetica di Bea per allenarsi ogni volta come le migliori al mondo. Senza questi tre punti siamo monchi, e sto lottando per questo”.
Fabio Palma si sta impegnando per dare il meglio anche a Valentina Arnoldi, altra atleta eccezionale: “Valentina ha tutte le carte in regola per diventare un’atleta olimpica, manca solo una struttura d’élite a Lecco. Per lei il pendolarismo è ancora più pesante che per Bea, anche se con la Gal e la palestra del Politecnico comunque un bell’aiuto c’è. Solo che la Lead ad altissimo livello necessita di una struttura moderna e tracciature internazionali, e questo è proprio un bel problema”.
Per la cronaca Beatrice Colli un paio di giorni fa ha già salito dei 7b+ a vista da prima in palestra e domenica ha addirittura messo le mani su roccia in Val di Mello: “Le Lead è perfetta nel percorso riabilitativo, per Boulder e Speed è ancora presto ma forse entro fine dicembre ce la facciamo”.