LECCO – Agnese Mascellani ha rassegnato le dimissioni da Presidente dell’Assemblea del Partito Democratico della Provincia di Lecco e da componente della Direzione Provinciale: “a seguito dei fatti di ieri e di giovedì in merito all’elezione del Presidente della Repubblica”, ha specificato in una nota stampa.
“Il comportamento irresponsabile e insipiente dei gruppi dirigenti nazionali, impegnati in incomprensibili giochi di potere piuttosto che ad affrontare le urgenze del Paese, e dei nuovi gruppi parlamentari, dimostratisi fin dall’esordio inadeguati ai propri doveri di rappresentanza, mi induce a distinguere nettamente le mie responsabilità da quelle di troppi dirigenti e rappresentanti istituzionali che hanno condotto il partito prima allo stallo e poi all’implosione, in un crescendo di inettitudine e malafede, ed hanno posto in secondo piano gli interessi nazionali rispetto a gretti e privati tornaconti. Costoro dovranno assumersi interamente le loro responsabilità”.
Mascellani punta il dito contro i dirigenti nazionali: “Ho sperimentato dal 2007 ad oggi, e condiviso con numerosi militanti motivati e disinteressati, la fatica di guadagnare il consenso dei cittadini in uno strenuo lavoro di elaborazione di contenuti programmatici e apertura di canali di partecipazione attorno al progetto del PD, cui in tanti abbiamo creduto. Fatica spesso premiata dagli elettori, ma sistematicamente vanificata da dirigenti nazionali inadeguati a rispondere alle legittime attese della base elettorale. Ieri, con la pugnalata alle spalle al primo fondatore del PD Romano Prodi, si è toccato il fondo e la misura è colma”.
Per l’ormai ex Presidente dell’Assemblea ci sono ancora speranze:” Se davvero si dimostrerà impossibile costruire un partito unito capace di sintesi forti, nello spirito – ancora attuale – del patto fondativo del PD, prenderò atto e me ne dispiacerà. Vista la situazione di grave crisi politica, sociale ed economica dell’Italia, non si dovrà però lasciare nulla di intentato nella creazione di un soggetto politico solido che interpreti le istanze del centrosinistra entro un quadro di equilibrio istituzionale e di ritrovata coesione sociale: in questo senso non mancherà il mio impegno e vedrò nellormai indifferibile scadenza congressuale quali strade si delineeranno. Ma sarà una mission impossible fino a quando il partito e il parlamento saranno campo di battaglia di bande e fazioni a tutto interessate meno che al bene comune”.